Chi di noi non ha mai fatto un selfie nella propria vita? Nessuno, anche perché è una delle mode del momento. Selfie fatti anche in situazioni estreme che, spesso, possono mettere in difficoltà la nostra stessa vita. Ma, in effetti, un problema c’è.
Quando facciamo un selfie, cerchiamo sempre la luce migliore, quella del sole. Ma fissarlo, può esser veramente dannoso. Vediamo il perché.
Il selfie: scattare una foto a se stessi, cercando sempre la migliore inquadratura ma, soprattutto, la luce perfetta. Quanto, tutto questo, può esser dannoso per la nostra salute? All’inizio, potremmo dire, poco o nulla, ma gli esperti ci avvertono che non è così. Infatti, è proprio il ricercare quella “luce perfetta” per la nostra inquadratura, affinchè l’immagine sia migliore, ci porta ad osservare, anche se per pochissimi secondi, il sole, in modo diretto, senza protezione alcuna.
Questo, può creare un danno irreversibile alla retina come se, ad esempio, avessimo osservato un’eclissi del sole senza la lente protettiva. L’allarme dagli esperti è stato lanciato e, di certo, non può essere sottovalutato. Usare, per lungo tempo, il cellulare o il tablet al sole può provocare danni ai nostri occhi. La domanda è: perché?
Il tutto sta sullo schermo. Questo infatti, riflette i raggi solari, indirizzandoli proprio sugli occhi e, qui, possono produrre un effetto degenerativo con il passare del tempo e con una prolungata esposizione allo stesso. A dichiarare ciò e a segnalare un problema che sta prendendo piede da un po’, è la Società Italiana di Scienze Oftalmologiche.
Non sono stati i soli a segnalare questo, poiché vari e differenti casi di danni alla retina causati da eccessiva esposizione ed osservazione al sole del cellulare o del tablet, sono diventati anche argomento di letteratura medica.
Su di una rivista specializzata americana, di recente, è stato presentato il caso di due persone: un uomo che ha riportato danni permanenti alla retina dopo che aveva trascorso tre ore a leggere sul tablet durante una gita in montagna. E dall’altro lato, anche quello di una ragazza di venti anni che aveva trascorso, invece, due ore a guardare il telefono in spiaggia. Tutti e due sotto diretta esposizione al sole in modo prolungato.
Nello specifico di cosa si tratta? “Sono chiari esempi di maculopatia solare, una condizione determinata dall’assorbimento da parte della retina e dell’epitelio pigmentato di una elevata energia radiante” – a spiegarlo è stato il direttore dell’Oftalmologia all’ospedale “San Carlo di Nancy” di Roma, il professor Rossi.
Il dottore ha spiegato, anche, che una delle più gravi conseguenze è quella che, nel giro di pochi giorni, le cellule nervose possono formare una macchia nera al centro dell’occhio. Da qui “La lesione può essere permanente e causare una riduzione della visione centrale irreversibile”.
Il principale, quanto anche il più semplice dei consigli che si possa dare, è quello di non esporre mai i propri occhi direttamente alla luce del sole ma proteggerli sempre con occhiali appropriati e adeguati, in particolare se, sempre al sole, andiamo ad utilizzare il nostro cellulare o, anche, il nostro tablet.
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