Parliamo spesso di mondo social come un qualcosa di dannoso, ora alcuni studi confermano le problematiche correlate.
Uno studio ha evidenziato come gli adolescenti vengano influenzati negativamente da ciò che vedono in rete, oltretutto, più tempo passano online e più vanno incontro a danni di tipo psicologico.
Uno studio pubblicato dalla Società Italiana di Pediatria ha confermato qualcosa che in realtà tutti sospettavamo già da tempo, ovvero le problematiche comportamentali che i ragazzi assumono da questa cattiva influenza ma anche i rischi a livello psicologico.
Mettendo insieme gli studi effettuati in merito a questo argomento negli ultimi 18 anni, l’ente ha segnalato che almeno in un caso su 4, si riscontra una correlazione fra disturbi depressivi e uso dei social, in particolar modo fra i minorenni.
I social network sarebbero la causa principale dello sviluppo di disturbi vari fra cui non solo quelli depressivi ma anche alimentari, sessuali e come abbiamo detto, di comportamento inteso come relazione con gli altri.
La conclusione tratta da SIP è molto preoccupante ed è stata pubblicata in questi giorni sulla rivista International Journal of environmental research of public health.
Dunque è vero, i ragazzi passano troppo tempo davanti lo schermo e che sia per videogiochi, navigazione sui social o altri motivi, questo comportamento li danneggia fortemente.
Come riporta il sito Skuola.net, in 68 studi analizzati, in 19 persone in totale sono state trovate associazioni significative fra i disturbi depressivi e l’uso dei social network.
Rimane da capire se sia l’uso di tali piattaforme a favorire la depressione oppure il contrario e quindi i disturbi portino a un maggiore utilizzo del web e quindi a chiudersi sempre di più in sé stessi ed estraniarsi.
Purtroppo questa cattiva abitudine ha ormai preso piede non solo negli adolescenti ma anche nei giovanissimi intorno ai 10 anni.
Il Consigliere Nazionale SIP, Rino Agostiniani, ha dichiarato che i problemi in coloro che abusano di Internet sono evidenti, indipendentemente dalla posizione geografica.
Ma per quale motivo si innesca il meccanismo? I pediatri ipotizzano che la depressione sia collegata a un aumento della comunicazione digitale a discapito del faccia a faccia. Questo determina un uso eccessivo dei dispositivi elettronici con conseguenze negative sulle interazioni vere e proprie ma anche sul benessere fisico e psicologico.
Questa fragilità emotiva produce effetti negativi, in particolare secondo la Società Italiana di Pediatria, la cosiddetta depressione da social può facilmente sfociare in disturbi del sonno, ansia, problemi comportamentali come aggressività, ridotta attività fisica, distorsione della percezione del proprio corpo, disturbi visivi e posturali, rachialgia, tendinite e anche pollice da sms e altri.
C’è anche un altro problema fondamentale da prendere in considerazione, i giovani navigano da soli nei social e nel web e vengono esposti giornalmente a una miriade di informazioni, spesso errate.
Così ricevono messaggi sbagliati, ad esempio vengono attirati dalla commercializzazione di cibi malsani, sponsorizzati anche da influencer famosi.
Specialmente durante la pandemia, questo è stato il comportamento più seguito, ovvero il consumo di cibo spazzatura, determinando il fenomeno della covibesity.
I social possono essere anche dannosi in senso opposto, provocando anoressia.
Per quanto riguarda la sfera sessuale, le piattaforme espongono i giovani a materiale non opportuno in questo senso, che può predisporre a sviluppo di problemi come il suicidio e l’abuso di sostanze.
Ancora, non dimentichiamo il cyberbullismo che ogni anno provoca tantissime vittime.
Dunque, una serie di effetti collaterali che puntano a sensibilizzare i genitori nel maggiore controllo del tempo che i ragazzi trascorrono nel pericoloso e insidioso mondo del web.
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