[didascalia fornitore=”Ansa”]La baracca dove avvenivano le violenze[/didascalia]
Sequestrata, seviziata e stuprata davanti ai figli nati dalle violenze. A scoprire l’orrore sono stati i Carabinieri di Gizzeria Lido, in provincia di Catanzaro, che hanno arrestato il presunto responsabile, Aloisio Francesco Rosario Giordano, 52 anni. Tutto è nato da un normale controllo di routine, quando una pattuglia ha fermato l’uomo, in macchina con il figlio: il ragazzo era sporco, denutrito e in condizioni igieniche critiche, cosa che ha insospettito gli uomini dell’Arma che hanno fatto partire le indagini. Durante i controlli, è stata rinvenuta la baracca di lamiere e scarti di legno dove aveva tenuto segregata una giovane donna, di origine romena, da dieci anni: dalle violenze sarebbero nati anche due figli, costretti ad assistere agli stupri e alle sevizie.
Quello che si sono trovati davanti gli uomini dell’arma è stato un vero orrore. Come raccontano quotidiani nazionali e locali, per entrare nella baracca, gli uomini dell’Arma sono stati costretti a indossare le mascherine per via del fetore. La vittima oggi ha 29 anni ed era arrivata in Italia per lavorare come badante per l’ex compagna del Giordano, nel frattempo deceduta.
Nel 2007 per lei sarebbe iniziato un vero calvario: l’uomo l’avrebbe prima nascosta in diversi appartamenti e poi nella baracca in campagna vicino a Gizzeria, fatta di lamiere e legno, senza elettricità e acqua, con i sacchi della spazzatura come wc e pezzi di cartone ammucchiati a mo’ di letto su una staffa di ferro.
Una volta liberata, la donna ha raccontato di essere stata legata al letto ed essere stata violentata regolarmente dall’uomo: dalle violenze sono nati due bambini, un maschio e una femmina, che avrebbero dovuto assistere alle sevizie della madre, continuate anche durante le gravidanze. Non solo. Dai racconti e dalle indagini, Giordano avrebbe costretto sotto minaccia il più grande a partecipare alle violenze e alle torture.
La donna avrebbe partorito senza alcun supporto medico: le prime visite avrebbero riscontrato gravi lesioni alle parti intime e sul corpo, suturate con del filo da pesca, probabilmente dall’uomo.
La donna è stata trovata sul letto, coperta da un lenzuolo lercio, sporca (ha dichiarato di non lavarsi da un anno) immobile, tanto da apparire paralizzata, mentre la più piccola era al suo fianco, denutrita e con solo una canottiera.
La donna e i bambini sono stati immediatamente trasferiti in un luogo protetto e affidati ai servizi sociali. Per Giordano sono invece scattate le manette con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, riduzione in schiavitù e violenza sessuale pluriaggravata ed è stato trasferito nel carcere di Catanzaro.
Le indagini continuano per capire se l’uomo abbia goduto della protezione e del silenzio di qualcuno, come ha chiarito il Garante regionale per l’infanzia, Antonio Marziale: “Chi sa e tace è complice. Se chi tace ha doveri istituzionali, oltre che civici, è complice e ha il dovere di risponderne alla giustizia e, magari, di cambiare mestiere”.
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