Il figlio dell’allora comandante dei carabinieri, Marco Mottola, avrebbe sbattuto Serena Mollicone contro la porta della caserma di Arce, dove la mattina del 1 giugno 2001 Serena si era recata per denunciare un traffico di droga.
I genitori di Marco Mottola lo avrebbero poi aiutato a nascondere il corpo della 18enne nel bosco all’Anitrella, dove venne ritrovato il 3 luglio del 2001.
Per la morte di Serena Mollicone, sono imputati Franco Mottola, sua moglie, il figlio della coppia, Marco Mottola, il carabiniere Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento.
È la mattina del 1 giugno 2001 quando Serena Mollicone esce di casa, per recarsi prima dal dentista, poi alla caserma di Arce.
La 18enne voleva denunciare un traffico di droga, portato avanti da Marco Mottola, figlio dell’allora comandante dei carabinieri, Franco.
È questa la tesi che ha sempre sostenuto il padre di Serena, Guglielmo Mollicone, scomparso qualche anno fa, prima di veder realizzato il suo desiderio di giustizia per la morte della figlia.
Tesi avvalorata anche dal pm, che ha dichiarato:
«Mottola sapeva che il figlio frequentava pusher e consumava droga».
Quella mattina, Serena non arrivò mai a scuola, e non vedendola rientrare a casa a ora di pranzo, il padre ne denunciò la scomparsa.
Partirono così le ricerche della ragazza, che si conclusero con il più drammatico degli epiloghi: il corpo di Serena Mollicone venne trovato in un boschetto all’Anitrella.
La ragazza aveva mani e piedi legati e un sacchetto sulla testa.
I successivi esami sul cadavere accertarono che Serena fu uccisa nella caserma di Arce, prima con un colpo violento contro la porta della struttura.
La ragazza perse i sensi, e fu lasciata in quello stato per diverse ore, fino a quando non le fu posto del nastro adesivo su bocca e naso, che la uccisero, soffocandola.
Durante l’ultimo dibattimento nell’ambito del processo, il pm ha identificato Marco Mottola come l’autore materiale del delitto.
«I genitori di Marco, il maresciallo Mottola e la moglie Annamaria nascosero il corpo di Serena uscendo quella notte stessa dalla caserma tra la mezzanotte e l’una».
È questa, secondo il pm, la ricostruzione di quella drammatica giornata.
Nel processo, oltre alla famiglia Mottola, sono imputati anche altri due carabinieri: Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento.
Per i Mottola e Quatrale l’accusa è di omicidio in concorso. Quest’ultimo è anche accusato di istigazione al suicidio.
Il testimone chiave del processo contro la famiglia Mottola, il carabiniere Santino Tuzi, si tolse la vita alla vigilia della testimonianza contro i due militari.
Prima di uccidersi, Santino Tuzi aveva infatti riferito che la mattina della scomparsa, Serena era stata nella caserma di Arce.
La corretta gestione del Sistema Tessera Sanitaria rappresenta un aspetto fondamentale per tutti gli operatori…
Il volto di una madre che ha perso una figlia racconta spesso più di mille…
Un silenzio solenne avvolgeva le strade, rotto solo dal suono cadenzato dei passi e dal…
Ci sono momenti in cui sembra impossibile mantenere la concentrazione. La mente vaga, le distrazioni…
La stagione fredda porta con sé molte domande sulla routine quotidiana, ma c’è un gesto…
Se c'è un momento in cui tutto sembra sospeso, è quando un atleta raggiunge un…