[didascalia fornitore=”ansa”]Sergio Mattarella[/didascalia]
‘Cacciamo Mattarella’, ‘Mattarella traditore’, ‘A morte Mattarella’, ‘Ti veniamo a prendere’, ‘Devi morire come tuo fratello’. Sui social il capo dello Stato Sergio Mattarella è diventato bersaglio dei leoni da tastiera (grillini e leghisti, soprattutto) che non hanno mandato giù la decisione di obiettare sul nome di Paolo Savona a ministro dell’Economia. E la non formazione dell’esecutivo Conte ha scatenato le ire di una parte degli utenti dei social delusi da tutto questo, che hanno preso di mira l’inquilino del Quirinale con vergognosi insulti e minacce.
Mentre l’Italia ancora attende un governo, sui social le parole del presidente della Repubblica hanno scatenato un’orda di biasimevoli commenti al suo indirizzo.
Mattarella è stato definito un indegno traditore, (ma per tanti è stato un eroe) che merita di morire come il fratello, Piersanti, caduto nel 1980 per mano della mafia mentre era presidente della Regione Siciliana.
Si sprecano gli insulti: ‘Mattarella è una zecca’, ‘vergognoso’, ‘scemo’, ‘dittatore’, ‘servo della Merkel’, ‘traditore della patria’, ‘schifoso’, ‘indegno e corrotto’, ‘Buttatelo fuori, questo è un colpo di stato!’, ‘speriamo venga condannato per tradimento’, alcuni offendono senza alcun senso, chiamandolo ‘camorrista’, ‘uccisore di milioni di cittadini’, ma addirittura c’è chi augura al Presidente di “morire male con l’uranio impoverito” e chi auspica una “fine peggiore di quella del fratello”.
Altri condiscono discorsi deliranti con minacce nemmeno tanto velate, ma violente: ‘vi veniamo a prendere’, ‘vi facciamo saltare’, ‘Mattarella meriti l’esecuzione, devi morire!’ o anche ‘Prima o poi una rivolta civile arriverà e vi nasconderete come i topi che siete’, altri ancora auspicano di nuovo un ”glorioso 22 ottobre 1922”, ossia quando ci fu la marcia armata su Roma organizzata dal Partito Nazionale Fascista di Benito Mussolini, dopo il quale ci fu l’ascesa al potere del partito.
Ovviamente le critiche politiche fanno sempre parte della dialettica della democrazia, ma in certi casi, come in questo, è evidente che si è passato il limite tra ciò che è lecito e consentito e ciò che va oltre.
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