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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato in Vaticano accompagnato dalla figlia Laura per l’incontro con Papa Francesco per la sua prima visita di Stato nella Santa Sede. Dopo un colloquio privato tra i due, durato 23 minuti, sono stati pronunciati due discorsi, anche se né Mattarella né Papa Francesco avevano indosso la stola prevista dal cerimoniale. La figlia Laura, durante il colloquio, ha invece visitando altri ambienti della Seconda Loggia del Palazzo Apostolico. Tanti i temi trattati da papa Bergoglio e da mattarella: disoccupazione, religioni, immigrati, ambiente e Expo. Dopo il Papa, Mattarella ha incontrato il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, prima di lasciare il Vaticano intorno alle 12,30 , dopo la visita durata quasi tre ore.
I temi trattati
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Immigrazione: papa Francesco ha espresso ”gratitudine per l’impegno che l’Italia sta profondendo per accogliere i numerosi migranti che, a rischio della vita, chiedono accoglienza. È evidente che le proporzioni del fenomeno richiedono un coinvolgimento molto più ampio. Non dobbiamo stancarci nel sollecitare un impegno più esteso a livello europeo e internazionale”. E poi: ”Le diverse componenti ideali e religiose che compongono la società non vengano strumentalizzate o distorte ”a fini di violenza e sopraffazione”.
”Vorrei esprimerle gratitudine – ha risposto il presidente Mattarella – per le parole di speranza che ella ha voluto indirizzare a quella che ha definito “cara nazione italiana”. Sono parole che aiutano a recuperare pienamente quei valori di solidarietà e attenzione reciproca che sono, e rimangono, alla base del sentire del nostro popolo, particolarmente nei momenti di crisi. Governo e Parlamento italiani sono impegnati ad adottare misure che consentano al nostro Paese di lasciarsi alle spalle una crisi che è stata lunga e dolorosa e da cui solo ora si inizia a intravedere l’uscita”. E Per quanto riguarda il problema degli immigrati ha aggiunto: ”Il nostro Paese, e l’intera Unione europea, assistono a quello che lei ha definito un nuovo tipo di conflitto mondiale frammentato, sui territori più poveri, e di cui è immediata conseguenza il dramma dei profughi che tentano di approdare sulle nostre coste, sulle coste dell’Europa, per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni, alle carestie, chiedendo accoglienza. Le istituzioni e la società italiane sono impegnate, con generosità per fronteggiare questa emergenza e l’Italia invoca da tempo un intervento deciso dell’Unione europea per fermare questa continua perdita di vite umane nel Mediterraneo, culla della nostra civiltà. Con quelle vite spezzate si perde la speranza di tante persone e si compromette la dignità della comunità internazionale. Rischiamo di smarrire la nostra umanità”.
Disoccupazione: papa Francesco ha poi richiamato l’attenzione sul tema della disoccupazione, soprattutto giovanile: ”E’ un grido di dolore che chiama in causa tutti noi. Signor Presidente tra i diversi beni necessari allo sviluppo di ogni collettività, il lavoro si distingue per il suo legame con la stessa dignità delle persone, con la possibilità di costruire un’esistenza dignitosa e libera. In special modo, la carenza di lavoro per i giovani diventa un grido di dolore che interpella i pubblici poteri, le organizzazioni intermedie, gli imprenditori privati e la comunità ecclesiale, perché si compia ogni sforzo per porvi rimedio, dando alla soluzione di questo problema la giusta priorità. Nella disponibilità del lavoro risiede infatti la stessa disponibilità di dignità e di futuro”. E ancora ”per un’ordinata crescita della società è indispensabile che le giovani generazioni, tramite il lavoro, abbiano la possibilità di progettare con serenità il loro futuro, affrancandosi dalla precarietà e dal rischio di cedere a ingannevoli e pericolose tentazioni. Tutti coloro che detengono posizioni di speciale responsabilità hanno perciò il compito primario di affrontare con coraggio, creatività e generosità questo problema”.
Per il presidente le parole del Papa sono ”punti di riferimento costanti”: ”Penso alle tante Encicliche sul lavoro, la pace, lo sviluppo, la dignità umana. Un magistero alto confermato dagli atti e dall’insegnamento del suo Pontificato, che sentiamo particolarmente vicino”. Anche per quanto riguarda la famiglia: ”Si impone una visione dello sviluppo economico e sociale che sappia rimettere al centro la persona e la famiglia. Nucleo essenziale della società, la famiglia, spesso, deve curare, da sola, le ferite inferte dalla “cultura dello scarto”, da lei più volte denunciata”.
Libertà di religione: “La libertà religiosa appartiene alle più autentiche aspirazioni delle persone e costituisce un cardine della Costituzione italiana. Qualsiasi violazione di essa vulnera, nel profondo, i diritti umani e delle comunità. La violenza scatenata contro le comunità cristiane in alcune parti del mondo interpella con forza le coscienze di tutti coloro che amano la libertà e la tolleranza“. “Il dialogo tra le grandi tradizioni religiose – spiega Mattarella – appare tanto più urgente nel momento in cui si avverte, anche nel nostro Paese, la minaccia del terrorismo internazionale, che, spesso, si nasconde dietro inaccettabili, e pretestuose, rivendicazioni religiose”. “L’Italia – ha concluso – si sente impegnata, con tenacia, nell’ambito della comunità internazionale, perché prevalgano i principi di reciproca comprensione e di collaborazione, premessa indispensabile di una vera pace“.
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