Il 31 gennaio del 2015 Sergio Mattarella è stato scelto come Presidente della Repubblica dal Parlamento. Eletto con 665 voti, circa due terzi di quelli dell’assemblea elettiva, è salito al Quirinale per l’insediamento il 3 Febbraio 2015, prendendo il posto di Giorgio Napolitano. E’ il dodicesimo capo di Stato della storia repubblicana italiana, ed il primo siciliano, nato a Palermo il 23 luglio 1941. La sua vita politica e personale è stata segnata da due eventi principali: la morte del fratello Piersanti, presidente della Regione siciliana ucciso dalla mafia nel 1980 per la sua lotta al crimine, e le sue dimissioni da ministro – 10 anni dopo, nel 1990 – durante il governo Andreotti, per protesta contro l’approvazione della legge Mammì, che ridefiniva il sistema radiotelevisivo, andando ad agevolare l’ex Cavaliere Silvio Berlusconi e le sue proprietà.
Sono passati due anni da quella nomina e il Presidente ha continuato a incassare complimenti per via della sua pacatezza e discrezione. Mai una polemica, mai una parola fuori dalle righe, mai un passo falso: tutti dettagli che lo hanno consacrato come il ”il più amato dagli italiani”. Ma qual è il bilancio del lavoro svolto dal giurista siciliano?
A due anni dall’elezione al Quirinale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affrontato sfide importanti, non ultima la gestione di una crisi di governo dovuta alle dimissioni presentate dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, che tanto fortemente lo volle al Colle. Da sempre a favore della fine del bicameralismo perfetto, ha firmato l’Italicum e ha sperato in una sterzata verso il futuro con il referendum del 4 dicembre, che invece non ha portato a quei cambiamenti cui mirava Renzi stesso, e che poi a quest’ultimo è valsa la carica di premier. Incarico conferito successivamente da Mattarella a Paolo Gentiloni, il 12 dicembre 2016.
Riformatore convinto, Mattarella ha dimostrato di avere una linea di pensiero spiccatamente coerente e razionale, tradotta anche nei fatti. Ad esempio ha chiesto e ottenuto il taglio della pensione che gli sarebbe spettata per legge eliminando dal vitalizio la somma che corrisponde agli anni di docente universitario che ha svolto presso l’Università di Palermo. Ma non solo, in tanti hanno notato il suo essere molto semplice e sobrio anche nella scelta dei mezzi di trasporto usati per spostarsi. L’abbiamo visto muoversi su piccole utilitarie e su mezzi pubblici, come treni, tram e aerei di linea, invece di affidarsi ad autisti con l’auto blu o voli di Stato privati.
Insomma ci troviamo davanti a un Capo dello Stato decisamente ”pop” che, ricordiamo, ha aperto il Quirinale, la “casa degli italiani”, allo sguardo dei cittadini, permettendo al suo interno iniziative culturali ed artistiche.
Ma il gradimento che Mattarella riscuote tra gli italiani è da ricercare anche nei suoi appelli accorati a favore di una più ampia lotta alla corruzione, nei suoi moniti a seguire un percorso di legalità chiaro, nei suoi continui richiami a impegnarsi nella lotta alla mafia, che pure tanto è entrata nella sua vita, sconvolgendola. Infatti il presidente della Repubblica si è trovato a dover difendere la memoria del padre Bernardo Mattarella, già membro dell’Assemblea Costituente e noto esponente dell’allora Democrazia Cristiana, più volte ministro, accusato (ingiustamente) di avere avuto rapporti con la mafia. In più vide morire il fratello Piersanti Mattarella, che all’epoca era presidente della Regione Sicilia, il 6 gennaio 1980, proprio per l’impegno con cui aveva deciso di contrastare e combattere il crimine mafioso. Fu questo tragico evento a rappresentare, per Sergio, la molla per entrare attivamente nel mondo della politica.
Da perfetto arbitro della politica, in questi due anni ha dimostrato di saper gestire la sua autorità per sciogliere i nodi parlamentari, si è schierato a favore della solidarietà e dell’accoglienza, ricordando agli italiani il dovere di aiutare chi ha bisogno, pur seguendo principi di legalità. Sta portando avanti il suo impegno contro il terrorismo, continuando a tessere relazioni diplomatiche negli scenari internazionali, ma va ricordato che si è schierato apertamente anche contro la xenofobia e il razzismo.
Non ha lesinato bacchettate alla Magistratura, che ha esortato a rimanere indipendente e retta, rifuggendo dai protagonismi personali. E sfruttando uno dei poteri che la sua carica gli conferisce, in questi due anni ha concesso la grazia a quattro persone: Massimo Romani, Betnie Medero, Robert Seldon Lady e Antonio Monella. Ma non ha nominato nessun senatore a vita, né giudici della Corte Costituzionale. Secondo le previsioni, la prima nomina di Mattarella dovrebbe avvenire all’inizio del 2018, quando scadrà il mandato del Presidente, Paolo Grossi. Fino a quel momento, e per la durata del suo settennato, continueremo a seguire il lavoro appassionato di Mattarella, un capo dello Stato che si sta dimostrando sì molto riservato, ma anche deciso, caparbio e combattivo.
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