La Lega Pro cambia nome e ritorna a chiamarsi Serie C: un tuffo al passato storico per il terzo campionato italiano, per una decisione che è stata sicuramente apprezzata dai tifosi e appassionati di calcio. Il presidente Gabriele Gravina ha deciso di compiere questa virata netta accompagnandola alla possibile organizzazione a 60 squadre per un ordinamento molto più vicino a quello del passato. Gravina, che ha un anno di mandato davanti a sé, si è subito dimostrato deciso nelle prime esternazioni. Leggiamole.
Quali sono i rapporti con Carlo Tavecchio – presidente della Federcalcio – e soprattutto Claudio Lotito? “Lotito vale uno, è un falso problema. Lui si è autoproclamato “dominus” del calcio italiano ma è solo un ventitreesimo del Governo. Per me non c’è più importanza, solo più responsabilità – ha affermato il nuovo presidente – Non cambierò la mia politica, oggi a maggior ragione. Siamo componente del sistema federale“. Non si nasconde dietro a un dito: “Ci sono dei problemi e dovremo fare sacrifici. Ma è necessario il supporto della Figc, non posso pensare che non ci sia condivisione. Per cui, fine dei litigi e delle rivendicazioni personali“.
L’ormai ex-Lega Pro parte da una situazione non così felice, con le lotte intestine, risorse sempre più limitate e lo scandalo scommesse che sfrutta un mondo ancora più sommerso. Ma è veramente così? “Il calcioscommesse è un male del calcio, non della Lega Pro — ancora il neopresidente —. Servono più formazione e informazione, più cultura. Gli altri sono problemi di natura personale. Ma è vero che serve più trasparenza, più senso di responsabilità, più organizzazione”, dice. Di certo un anno passa in fretta: “So che il tempo è breve e che le aspettative sono alte: farò l’impossibile. Il mio obiettivo primario è restituire dignità alla Lega, finora i club hanno chiesto udienza, ma sono stati sempre mortificati”.