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Categories: Ambiente

Serve subito una patente obbligatoria per i padroni dei cani di grossa taglia

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di EKATERINA SOLODILOVA/Shutterstock.com[/didascalia]

Occasionalmente la cronaca riporta notizie di aggressioni canine ai danni di bambini, passanti o addirittura dei padroni stessi. Si tratta di casi rari, che finiscono sul giornale perché rappresentano appunto l’eccezionalità. Tuttavia i cani in Italia sono un numero importante, circa 7 milioni come riporta il decimo rapporto Assalco, per cui se anche una ipotetica percentuale dello 0,1% fosse aggressiva, pericolosa e rappresentasse l’eccezionalità dovremmo comunque correre ai ripari. E infatti dobbiamo.

So già che questo editoriale mi causerà diversi grattacapi, come amici che smetteranno di essermi amici e sconosciuti che si affretteranno a insultarmi pubblicamente e in privato. Ne pago volentieri il prezzo. Anzi, corro a comprare i pop-corn.

I cani di grossa taglia sono armi viventi adatte a ferire e uccidere, la cui pericolosità effettiva si attualizza in modo eventuale. Allo stesso modo motociclette e automobili sono armi meccaniche, eventualmente adatte a ferire e uccidere. Ho preso una patente per guidare la moto e ne ho presa un’altra per guidare l’auto. Non vedo per quale motivo non dovrei essere obbligato ad ottenere una patente qualora decidessi di acquistare un cagnone.

Attualmente il patentino per i cani è obbligatorio solo “per i proprietari di cani che richiedono una valutazione comportamentale in quanto impegnativi per la corretta gestione ai fini della tutela dell’incolumità pubblica identificati a livello territoriale”. Traduzione: se il cane fa il pazzo, allora il veterinario può fare una segnalazione alle competenti autorità e obbligare il padrone a frequentare un corso di formazione. Questo dice l’attuale normativa (potete leggerla qui) , che ribalta ogni principio di prevenzione e precauzione. E’ come dire: posso guidare l’auto senza patente, ma se i vigili dovessero beccarmi a 200 all’ora contromano mentre reggo il volante con le natiche facendomi un selfie, allora e solo allora avrebbero la facoltà di segnalarmi alla Motorizzazione affinché io venga obbligato a frequentare una Scuola Guida. Logico, no? No, appunto.

La situazione è aggravata dal fatto che in certe zone del Meridione vivono moltissimi cani non censiti. Non si tratta solo di randagi, ma di cani che appartengono a padroni che non li hanno mai fatti microchippare. Questi cani fantasma sono fuori da ogni statistica. Parlo con cognizione di causa, avendo vissuto per quasi 30 anni in Sicilia e trascorrendovi attualmente circa 1 mese ogni anno.

In passato è stata stilata una lista delle razze canine pericolose, che trovate ancora online. Si trattava di un allegato all’Ordinanza del 12 dicembre 2006 “Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani”, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale numero 10 del 13/01/2007. Quel documento, che oggi non è più in vigore, prescriveva una serie di obblighi ai proprietari di certe razze canine ed aveva suscitato le critiche di molti operatori del settore, come veterinari e addestratori cinofili. Ne sintetizzo i motivi: non esisterebbero razze pericolose, ma solo padroni imbecilli o incapaci.

Non molto tempo fa abbiamo raccolto il parere di un veterinario, che ci ha spiegato come le aggressioni dei cani siano da imputare all’incapacità dei padroni nel gestirli. “Non solo si può, ma si deve educare il proprio cane a vivere e a relazionarsi correttamente con i suoi simili e con gli esseri umani e questa educazione può avvenire in maniera tranquilla senza l’utilizzo di quei metodi coercitivi che anzi a volte sono proprio i primi responsabili dei comportamenti aggressivi degli animali”, ci spiegava Angelo Gazzano, presidente di AVEC (Associazione veterinari esperti in comportamento). Gazzano spiegava che spesso le aggressioni sono il frutto dell’ignoranza dei padroni: prendiamo per esempio il caso di qualcuno che prenda un pastore maremmano e lo costringa a vivere in un trilocale in città. Stiamo parlando di un animale la cui natura è stata selezionata e affinata nel corso dei secoli affinché controllasse i pascoli in territori molto vasti, sviluppando un forte senso di territorialità e un grande istinto alla difesa. Come è possibile gestire correttamente un cane del genere senza avere intrapreso un percorso formativo? Io, personalmente, non me ne reputo all’altezza.

Attualmente quando viene pubblicata la notizia dell’ennesima aggressione canina, signore la cui foto profilo mostra un volto sorridente e una capigliatura fresca di parrucchiere si affrettano a commentare sui social attribuendo la colpa della tragedia ai padroni che non hanno rispettato la natura del cane. E poi concludono con frasi del tipo: “La mia rottweiler è buonissima, gioca sempre con i bambini”. Altre signore si affrettano a raccontare che il loro pastore tedesco è mansueto, mentre il chihuahua della coppia del terzo piano è aggressivo e cerca sempre di mordere. Anche i chihuahua, infatti, possono essere stronzi o psicopatici. La scriminante in questo caso è che un cane di piccola taglia può essere disinnescato con una pedata sul muso, mentre un cane di grossa taglia quando si arrabbia si trasforma in un biglietto omaggio per il pronto soccorso, se non per la camera mortuaria.

La colpa delle aggressioni canine è delle signore fresche di parrucchiere che, avendo in casa un cane di 50 chili, non si sono mai sentite in dovere di frequentare un corso di formazione insieme a tutti gli altri membri della famiglia. Ma la colpa originaria è della politica che non impone il patentino obbligatorio per i cani di razza medio/grande. Ma si sa, i cani in Italia sono 7 milioni, i proprietari dei cani votano, meglio non infastidirli…

In questo modo il problema non verrà mai risolto. Quanta altra gente deve morire o restare sfregiata e mutilata? Quanti altri cani di piccola taglia devono fare una brutta fine?

L’esperienza empirica ci insegna che quando le persone vengono lasciate libere di autogestirsi, tendono a fare ciò che è più comodo: ovvero niente. La scelta se frequentare o meno corsi di formazione cinofila non deve essere lasciata alla libertà ed alla coscienza dei singoli cittadini. I proprietari dei cani potenzialmente in grado di uccidere devono essere obbligati per legge a frequentare dei corsi di formazione cinofila, insieme a tutti i componenti della famiglia.

Concludo con una nota personale: mi hanno raccontato che un cane nero di grossa taglia ogni tanto vaga libero sul mio podere. Una mattina ho trovato un’impronta. Speriamo che anche questo cane sia buonissimo e giochi sempre con i bambini…

maurodi

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