L’allarme sull’aumento delle bollette dell’acqua era già stato lanciato qualche tempo fa. Non si trattava di un falso allarme, visto che si davano dati precisi su un possibile aumento pari al 4,8%. Un’indagine specifica che è stata condotta per comprendere in maniera più dettagliata l’andamento dei prezzi dei servizi pubblici locali conferma, in base ai dati di Confartigianato, che dal 2004 al 2014 le tariffe dell’acqua sono aumentate in media del 95,8%. Un caso anomalo quello italiano, visto che la media degli aumenti nell’ambito dei Paesi aderenti all’euro è stata del 34,9%.
Facendo una stima, si è visto che l’aumento è stato annuale, di circa il 7,5% ogni anno. Da questo punto di vista si può dire che nemmeno il passaggio del servizio idrico alla gestione pubblica è servito a determinare costi più bassi. Eppure non siamo così lontani da quel referendum del 2011 che proclamava l’acqua come un bene comune, da tutelare.
Gli altri servizi locali
Non si tratta soltanto dell’acqua, ma gli aumenti riguardano anche altri servizi locali. Per esempio, se si considerano i trasporti, negli ultimi 5 anni i costi medi sono aumentati del 16,2%. Poi c’è il tema dei rifiuti solidi urbani, con una tassa che in 10 anni è cresciuta del 61,9%. In Italia anche in questo caso le cose vanno male rispetto agli altri Paesi dell’euro, visto che, per quanto riguarda precisamente i rifiuti, siamo al doppio rispetto agli altri Stati.
Confartigianato dice che le tariffe dei servizi pubblici non energetici sono aumentate complessivamente in 5 anni del 25,9%. Tra l’altro ad un andamento in ascesa dei costi non corrisponde un aumento della qualità.
Basti guardare in questo senso alla pulizia delle città. E’ stata elaborata una classifica sui livelli di soddisfazione degli abitanti di 83 città dei Paesi dell’Unione. I tassi di soddisfazione in Italia si collocano nelle parti più basse dell’elenco: Bologna al numero 46, Torino alla posizione 55, Roma al posto 78, Napoli all’80 e Palermo all’82.
Complicata appare la situazione in molti casi, anche perché le amministrazioni locali si sono affidate spesso a società partecipate locali, che non hanno contribuito a migliorare la situazione. I costi di amministrazione sono molto elevati, il giro d’affari è enorme, pari circa a 18 miliardi.