Dietro alla presunta libertà sessuale imperante tra i giovani, si nascondono in realtà grandi paure. Secondo alcune ricerche, molti studenti che frequentano i campus universitari hanno un duplice timore riguardo alla violenza sessuale: da un lato temono di subirla, dall’altro hanno paura di poter essere accusati di aver commesso un atto così orribile. E anche se apparentemente può sembrare un’esagerazione, la crescita di app che ‘regolamentino’ gli incontri intimi tra giovani dimostra che non si tratta di un problema da sottovalutare.
Tra i giovani spopola l’uso di app che consentono di firmare una sorta di contratto pre-incontro sessuale, una specie di liberatoria, che possa tutelare entrambi da qualsiasi recriminazione futura.
Ad esempio SaSie è un’applicazione di questo tipo, che richiede ai partecipanti di inserire nome, cognome, firma elettronica e aggiungere le foto, in modo da fornire un vero e proprio consenso informato, che abbia validità giuridica.
La comunicazione chiara negli incontri sessuali è fondamentale e spesso i giovani non sanno quale sia il comportamento corretto da tenere. Per questo molti docenti hanno deciso di creare dei seminari e dei corsi specifici, all’interno delle università e dei campus, affinché l’argomento non sia più oggetto di tabù, né tanto meno di paure. L’obiettivo è quello di rendere i giovani più consapevoli della propria sessualità, dei propri diritti e anche dei limiti che devono rispettare, quando si trovano a diretto contatto con un loro coetaneo. Imparare a riconoscere i segnali del corpo e della voce e sapere quando e quanto si può osare. Una forma di educazione sessuale modernizzata, che faccia chiarezza nelle menti dei giovani e soprattutto elimini la paura, consentendo loro di vivere una sessualità più sana.