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Il mondo scientifico afferma con sicurezza che è iniziata la sesta estinzione di massa, e a differenza di tutte quelle precedenti, questa volta toccherà anche l’uomo, vittima dei disastri che per buona parte egli stesso ha generato. Ricercatori di cinque prestigiose università, ovvero Stanford, Barkeley, Princeton, Florida e Messico, guidati dal professor Gerardo Ceballos, sono giunti a questa conclusione ed hanno stilato un rapporto che lascia pochi dubbi: nell’arco di appena tre generazioni le modifiche alla biodiversità saranno così rilevanti che influenzeranno la nostra vita quotidiana a tal punto da determinarne l’estinzione, la Terra diventerà nel lungo periodo un luogo inospitale, e l’uomo sarà esattamente come quelle specie animali e piante antiche per cui oggi tanti ecologisti si battono: un esemplare in via di estinzione.
È facile accusare da profani gli studiosi in questione di eccessivo catastrofismo, eppure loro stessi sostengono di aver aumentato il rateo di estinzione medio, ovvero il calcolo tra un’estinzione di massa e l’altra, riducendo quello attuale, per essere sicuri di non sbagliarsi, e quello che ne è risultato è stato definito allarmante dai ricercatori: le estinzioni avvengono oggi ad un tasso 114 volte superiore alla media del passato, e soltanto nell’ultimo secolo sono scomparse 400 specie diverse. Nel breve periodo ad essere più minacciati saranno il 41 per cento degli anfibi e il 26 per cento dei mammiferi, ma in un lasso di tempo più elevato questa estinzione coinvolgerà fatalmente anche l’uomo: se questo andamento verrà confermato, spiega il coordinatore dello studio Ceballos, ‘la vita avrà bisogno di milioni di anni per riprendersi e la nostra specie nel frattempo sarà scomparsa‘.
Secondo quanto si legge su Science Advanced, dove è stato pubblicato lo studio, il tasso di estinzione è aumentato con l’avvento della rivoluzione industriale nell’800, e la colpa è da attribuire quasi esclusivamente all’azione dell’uomo, tra sovrappopolazione, emissioni di CO2, coltivazioni intensive, alterazioni irreversibili di ecosistemi tramite inquinamento ed introduzione di specie invasive. A differenza delle cinque precedenti estinzioni di massa, tutte dovute a fattori esogeni, questa sarebbe la prima ad avvenire per mano stessa delle creature che abitano il pianeta, una sorta di suicidio collettivo, di cupio dissolvi globale che vedrà l’uomo distruggere entro 2 o 3 secoli al massimo l’ambiente stesso che gli consente di sopravvivere. E mai come in questo momento la dicitura homo sapiens affibiataci dalla scienza ha il sapore tutt’altro che vago della beffa.
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