Il noto ginecologo Severino Antinori è stato condannato a tre anni e mezzo di reclusione con l’accusa di estorsione. Sono però cadute le accuse di truffa e associazione a delinquere finalizzata al commercio di gameti, perché ‘il fatto non sussiste’. Il medico che era stato pure accusato di aver ‘rapinato’ ovuli a una giovane infermiera spagnola, in questa occasione è stato dichiarato colpevole per illeciti che riguardavano l’organizzazione di un viaggio presso la clinica Ginemed a Siviglia, di una coppia che non riusciva ad avere dei figli, e per questo aveva deciso di sottoporsi a un trattamento di fecondazione assistita.
La coppia della provincia di Campobasso nel 2013 si era affidata al ginecologo per provare ad avere un figlio tramite la fecondazione assistita. Secondo le accuse, Antinori aveva illecitamente preteso il pagamento delle prestazioni sanitarie minacciando di interromperle.
Antinori, secondo quanto ricostruito nelle indagini della Procura, aveva chiesto alla coppia una cifra piuttosto alta, 30mila euro, che dovevano essere consegnate prima della partenza. La coppia quindi, prima di recarsi in Spagna aveva consegnato 27mila euro, di cui 25mila con assegni postdatati, al ginecologo. Questo particolare ha scatenato la reazione di Antinori che ha minacciato i coniugi di non farli salire sull’aereo e interrompere il trattamento di procreazione assistita.
Il Tribunale di Roma ha quindi deciso di condannare il medico a tre anni e mezzo di pena mantenendo inalterata l’originaria imputazione, nonostante il PM avesse scelto di ”addolcire” l’accusa con la richiesta della derubricazione del reato di estorsione in un meno grave ”esercizio arbitrario delle proprie ragioni”, con richiesta di condanna a soli otto mesi di reclusione.
Nel medesimo processo sono stati assolti altri imputati: Monica Antinori, figlia di Severino, il marito Fabrizio Cerusico e Luca Muscatello, coinvolto nella vicenda quale stretto collaboratore del ginecologo con il compito di accompagnare le pazienti presso la clinica spagnola.
Antinori ha commentato così la sentenza di primo grado “Oggi è stato celebrato il funerale della giustizia”. “Ho grande fiducia nella magistratura e sono pronto a ricorrere in appello, una volta lette le motivazioni, ma oggi – ha proseguito il ginecologo che è difeso da Carlo Taormina e Tommaso Pietrocarlo – è stata compiuta una mostruosità giuridica. Sono stato condannato per un reato inesistente che avrei commesso ai danni di una coppia che non mi ha mai pagato e che è venuta a testimoniare al processo in lacrime per raccontare la sua storia”.
D’altronde il ginecologo non è nuovo alle lamentele, già dopo essere stato rinviato a giudizio dal gup di Milano Anna Magelli, lo scorso novembre, aveva sostenuto di essere “Vittima del più grave errore giudiziario degli ultimi 30 anni, peggio di Tortora”. In tribunale a Milano deve rispondere di rapina e sequestro di persona, lesioni personali aggravate, estorsione, falso materiale e ideologico.
L’altro processo in cui è accusato di aver rubato ovuli a una paziente si è aperto il 17 novembre davanti all’ottava sezione penale del tribunale meneghino. “Contro di me c’è una persecuzione, un complotto per punire migliaia di coppie italiane che si rivolgono alla fecondazione eterologa per avere un figlio”, aveva ribadito Antinori, sottolineando come “la rapina di ovuli non esiste come reato” e “lo ha riconosciuto anche il Tribunale della Libertà che ha derubricato il reato in violenza privata”.
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Secondo Antinori le accuse dell’infermiera spagnola “sono solo fumose dichiarazioni di una donna di malaffare”, che “viene da uno dei peggiori sobborghi di Casablanca”. Per il medico, la ragazza “faceva altri mestieri, oltre a creare caos qui in Italia”. Il ginecologo ha anche attaccato il pm Maura Ripamonti, titolare del fascicolo, che a suo avviso non è stata attenta, perché si è resa protagonista di una “bugia palese”, come quella di contestare al ginecologo l’accusa di rapina di ovuli, “reato che non esiste nel codice”, e della rapina del cellulare, che invece era di sua proprietà. “Gli atti dimostrano il contrario, lo si poteva capire se ci fosse stata un’attenta valutazione delle prove, però purtroppo sono incappato in un magistrato che non ha valutato tutte le prove”. Antinori ha annunciato che si batterà “finché questa vicenda non verrà risolta” ma poi andrà via, “andrò a lavorare in Russia, dove ho già lavorato 5 anni”.
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