L’Italia vanta ancora oggi il drammatico primato di essere il paese europeo con il maggior numero di vittime accertate dello sfruttamento del lavoro minorile. Se nel mondo sono 168 milioni i bambini e gli adolescenti costretti a lavorare, nel Bel Paese si contano circa 340mila minori sotto i 16 anni, di cui 28mila sono impiegati in attività pericolose per la loro sicurezza e la loro salute. Sette su 10 sono italiani; gli altri provengono da Romania, Albania e nord Africa.
Secondo la ricerca ‘Game Over’ di Save the Children, l’11% degli adolescenti che lavorano sono coinvolti nelle forme peggiori di lavoro minorile, con orari notturni o con un impegno continuativo. Senza pause.
Un impiego del genere comporta una serie di rischi che non possono essere trascurati: l’impossibilità di portare a termine i propri studi, di avere spazi in cui giocare, confrontarsi con i propri coetanei e soprattutto l’assenza di riposo può compromettere sin da subito il loro stato di salute.
Il nodo cruciale sembra essere proprio la scuola, spiega Raffaella Milano di Save the Children, spesso viene vissuta come un ostacolo e non come uno strumento prezioso per la propria formazione. Si parte con l’abbandonare la scuola, per intraprendere lavori di puro sfruttamento, manovali, meccanici, braccianti agricoli, camerieri, che spesso conducono all’ingresso nel mondo della criminalità.
Nello Stivale si registra infatti un tasso di dispersione scolastica pari al 18,2%, il più alto d’Europa. ‘Il picco di lavoro minorile si registra fra gli adolescenti nell’età di passaggio dalla scuola media alla superiore’, ha aggiunto Raffaella Milano.
I giovani che finiscono nella rete dello sfruttamento minorile non sempre provengono da famiglie indigenti, è un fenomeno che contamina anche le classi sociali più elevate. In questi casi il movente è la necessità di avere più denaro dei coetanei, avere ora, senza contare che in quel modo non si costruisce nulla per il futuro.
E’ per l’intero quadro allarmante che l’Organizzazione internazionale del lavoro e Save the Children hanno chiesto ufficialmente un intervento, affinché venga messo a punto un sistema di monitoraggio e un piano di azioni per contrastare il grave fenomeno dello sfruttamento minorile.