La polizia di Trieste e la Dda hanno sgominato una tratta di migranti attiva al confine con la Slovenia. Un incubo ad occhi aperti, quello che dovevano vivere i migranti che si affidavano all’organizzazione criminale per passare il confine. I cosiddetto “passeur” partivano dalla città friulana diretti a Pomjan in Slovenia, al confine con la Croazia recuperavano quindi i migranti e a piedi li portavano per i boschi fino alla città triestina. Per non fermarsi, li imbottivano di bevande energetiche e non si preoccupavano di picchiarli, in casi di resistenza. Inoltre, davano sonniferi ai bambini per farli stare calmi e silenziosi.
Condizioni terribili e droghe date ai minori. Questo è quanto emerso dalle indagini effettuate dalla Dda e dalla Polizia di Trieste che sono riusciti a sgominare una tratta di migranti operante tra la città friulana e la Slovenia. Dopo aver recuperato i clandestini, li facevano camminare per ore nei boschi in condizioni disumane, quindi una volta arrivati a Pomjan venivano messi in auto alla volta di Trieste. Per ogni migrante, i criminali si intascavano 200/250 euro. Le indagini sono partite nel 2022 e hanno portato alla documentazione di ben 32 episodi, ciascuno con decine di persone coinvolte. Per chi era stanco, e rallentava l’avanzata nella foresta, scattavano le botte o veniva imbottito di bevande energetiche per alleviare falsamente il senso di stanchezza. Per i bambini erano previsti anche sonniferi per farli star buoni e non fare chiasso.
Tra lunedì e martedì le forze dell’ordine hanno messo a segno 13 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone di etnia kosovara/albanese, la maggior parte delle quali residenti a Trieste per tratta di esseri umani. Indagate anche altre 13 persone sempre della stessa provenienza. Gli individui farebbero parte di una rete di passeur che si occupavano di accompagnare i migranti dal confine tra Croazia e Slovenia fino a Trieste.
A sollecitare l’attenzione della Polizia, le coppie di vetture che di solito ad un determinato orario passavano dal confine. Si trattava di automobili di staffetta, con una con a bordo i passeur e l’altra con immigrati clandestini. Un’associazione a delinquere molto ben organizzata, con figure che si occupavano dell’organizzazione dei servizi volti al recupero dei migranti, ed altre che avevano il ruolo di passeur e autisti.
A dare un grande aiuto agli investigatori, la Polizia Slovena, che ha collaborato all’operazione denominata “The End”. L’importo richiesto a ciascun migrante per raggiungere l’Italia era di 200/250 euro, e considerato che spesso venivano fatti anche più viaggi al giorno, con più persone, le cifre guadagnate dall’organizzazione erano molto consistenti.
I clandestini venivano fatti camminare tra i boschi, e i passeur non si preoccupavano di dare loro ingenti quantità di bevande energetiche per mascherare i segni della stanchezza, arrivando anche alle mani nel caso qualcuno si fosse ribellato o avesse ceduto alla lunga camminata. Per i bambini, poi, era prevista l’assunzione di farmaci sonniferi, per farli stare in silenzio e non attirare con grida o pianti l’attenzione delle forze dell’ordine.
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