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Shakespeare, opere: ritrovato raro esemplare di ‘primo in folio’

A 4 secoli dalla sua morte Shakespeare, e le sue opere, sembrano vivi più che mai: una nuova copia del ‘primo in folio‘ del Bardo, cioè la prima raccolta dei lavori del grande drammaturgo inglese, è stata ritrovata nella biblioteca di Mont Stuart, un’antica casa signorile, situata sull’isola scozzese di Bute. L’annuncio arriva direttamente dall’Università di Oxford, dopo che Emma Smith, docente di Studi su Shakespeare, ha verificato l’autenticità del documento. Il nuovo esemplare di First Folio (espressione, questa, utilizzata dagli studiosi per indicare la prima pubblicazione delle opere di Shakespeare) si va ad aggiungere ai 233 manoscritti ritrovati fino ad oggi, l’ultimo dei quali scoperto in Francia nel 2014, in una biblioteca gesuita di St. Omer.

A pochi giorni dal quattrocentesimo anniversario dalla morte del Bardo (avvenuta il 23 aprile del 1616), giunge la notizia del ritrovamento di un rarissimo esemplare di First Folio, una copia della prima edizione delle opere di Shakespeare risalente al 1623. Si tratta di un’edizione molto importante – comprende 36 opere, di cui 20 mai pubblicate prima di questa data – senza la quale probabilmente non avremmo capolavori come Macbeth, La tempesta o Così è se vi pare. Una scoperta di grande valore storico e culturale, visto che, fino ad ora, non si sospettava l’esistenza di altri esemplari simili – il First Folio venne stampato in un migliaio di copie circa, ma solo 234 (compresa quest’ultima) giunte fino a noi.
Come sia finita tra gli scaffali della biblioteca di Mont Stuart non è dato a sapersi, è certo però che nel 1786 il testo venne acquistato dall’editore e letterato londinese Isaac Reed e rivenduta, dopo la sua morte, ad un certo ‘JW’. Dopo di allora nessuna notizia, almeno fino al 1896, quando il barone di Bute lo inserì nel catalogo della biblioteca – oggi, infatti, fa parte della Bute Collection, una delle collezioni private più importanti del Regno Unito.

Quella rinvenuta in Scozia, infine, è una copia molto particolare della prima edizione dei lavori shakesperiani, poiché è divisa in tre volumi e contiene parecchie pagine bianche riservate probabilmente alle illustrazioni. ‘Quando pensiamo a Shakespeare di solito pensiamo delle sue opere rappresentate sul palco, ha spiegato Emma Smith, ma la parola scritta, e in particolare il First Folio, risultano fondamentali per la nostra comprensione del suo lavoro’.

Caterina Padula

Giornalista pubblicista, appassionata di scrittura, mi occupo da anni di approfondimenti culturali e di informazione online. Da sempre lettrice accanita e curiosa, amo la musica, l'arte e tutto ciò che è natura.

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