Una messa in piega nel salone di cui sei la titolare, senza emettere lo scontrino fiscale, può costarti 516 euro. A tanto, infatti, ammontava la multa ai danni di Mara Lucci, parrucchiera di Oggiono, in provincia di Lecco, colta in flagrante da militari fin troppo scrupolosi della guardia di finanza. La normativa sull’autoconsumo, però, non ammette deroghe. Sarebbe il buon senso a doverti suggerire di lasciar perdere. Effettivamente, come vedremo, alla fine ha prevalso proprio questo e la multa è stata annullata.
Ecco come si sono svolti i fatti. Tra una pettinatura e l’altra, lo scorso 5 aprile Mara ha deciso di sistemare anche i suoi di capelli, con l’aiuto della dipendente del salone ‘Tendenze e colori by Mara’. Poi, non ha emesso scontrino. Diventando evasore fiscale ai sensi dell’articolo 3 Dpr 633/72. Proprio in quel momento, infatti, era arrivato il controllo della Gdf della Compagnia di Lecco a sancire l’irregolarità. La stessa Compagnia, però, cinque giorni dopo ha deciso di annullare la sanzione. E lo ha fatto con una nota perché il fatto ormai era diventato di dominio pubblico e si era meritato le prime pagine dei giornali locali e non.
“A seguito del normale controllo e revisione delle attività di servizio effettuate, prassi che contraddistingue il Corpo in un rapporto di cooperazione e trasparenza con il contribuente, il comandante del reparto ha revisionato il verbale e, dopo aver convocato la parte, ha proceduto ad annullarlo”. Il motivo? “Una inesatta interpretazione della norma tributaria da parte della pattuglia operante”. Il caso rientrava infatti tra quelli disciplinati dalla norma sull’auto consumo, ma la prestazione fornita dalla dipendente alla parrucchiera era inferiore ai 50 euro, “per uso personale e senza pagamento del corrispettivo”. Quindi, era esclusa dall’Iva e dall’obbligo della ricevuta fiscale.
Mara Lucci è soddisfatta, il colonnello Massimo Dell’Anna, comandante provinciale della Guardia di finanza di Lecco, dice: “Saremmo intervenuti anche senza tutto il clamore mediatico. Facciamo sempre un controllo sui verbali emessi e anche questa volta abbiamo rivisto quelli degli ultimi giorni. Ci siamo accorti dell’inesattezza e abbiamo rimediato, per evitare tra l’altro che la commerciante facesse ricorso e dovesse sobbarcarsi altre spese. Se la signora si fosse rivolta subito a noi, la vicenda si sarebbe risolta senza problemi. Da parte nostra c’è la massima apertura, promuoviamo un dialogo costruttivo con il cittadino. Nella nostra attività di lotta all’evasione, siamo accanto al contribuente onesto”.
Altre volte, è andata peggio, non c’è stato il lieto fine. Un barista di Albisola Superiore aveva bevuto un caffè nel proprio bar, senza emettere scontrino, e si è visto multare di 500 euro; in un cafè restaurant di Carpi, il titolare ha evaso 95 centesimi non emettendo scontrini e ha dovuto pagare una multa di 2.400 euro. E ancora: un imprenditore di San Donà di Piave ha scaricato con il carrello elevatore, senza targa, un camion a un metro dall’azienda e non dentro la sua proprietà e per questo motivo è stato multato.
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