Si laurea e in 9 giorni diventa dirigente: polemica per la carriera lampo della figlia del sindacalista

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Non accennano a diminuire le polemiche intorno alla carriera lampo della figlia di un sindacalista che, a Bari, è stata promossa dirigente a soli nove giorni dalla laurea e senza concorso. La vicenda ha fatto il giro del web e ha scatenato un vero putiferio mediatico, specie perché avvenuta in una Regione che vede la disoccupazione al 18% e quella giovanile al 46%. La protagonista è Barbara Santeramo, figlia di Michele Santeramo, segretario provinciale della Ugl e responsabile delle relazioni industriali in Stp Bari, la società di trasporto provinciale, dove la donna lavora da 10 anni. Quando viene a sapere della ricerca di un dirigente amministrativo, la 37enne si candida. Le manca però il requisito della laurea che, in men che non si dica arriva: il 6 giugno prende la laurea magistrale in giurisprudenza e il 15 giugno diventa dirigente per la Stp.

Il caso balza agli onori della cronaca e le polemiche fioccano da tutte le parti. A rendere ancora più amaro il boccone per chi magari aveva le stesse competenze sono una serie di circostanze, difficili da non notare.

Il padre Michele non solo è segretario provinciale dell’Ugl ma è responsabile dei rapporti proprio con la Stp, società in cui la figlia già lavora.

Come scrive Repubblica Bari, pochi giorni prima le sigle sindacali avevano scritto una lettera alla società in cui annunciavano la procedura di raffreddamento, cioè il fermo delle contrattazioni sindacali, per problemi occupazionali, a partire dalla “mancata assunzione di ‘operatori di esercizio vincitori di concorso’, l’assunzione di personale interinale ‘per un periodo non previsto dalla contrattazione nazionale’ e la mancata erogazione di premi di risultato“: tra i firmatari c’è anche Michele Santeramo.

Qualche giorno dopo, la figlia viene promossa a dirigente amministrativo per la stessa Stp, senza un concorso o altra procedura pubblica, a soli nove giorni dalla laurea: tutto questo in una Regione dove quasi un giovane su due non lavora, secondo i dati emessi dallo stesso sindacato del padre.

Santeramo, raggiunto dai media, assicura di non essere stato al corrente di nulla e di aver saputo tutto a cose fatte, ma la polemica è ormai esplosa. A quel punto i vertici nazionali del sindacato intervengono e gli chiedono di sospendersi dal ruolo in Stp. “L’ho fatto per spegnere qualsiasi tipo di polemica. Ma non mi sento in colpa per qualcosa. Ho soltanto accettato il consiglio del segretario nazionale”, ha commentato alla fine a Repubblica.

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