Il quadro dirigente di Fratelli d’Italia, partito vincitore delle ultime elezioni, si è riunito oggi nella sede romana di via della Scrofa per proseguire nel cammino che dovrebbe portare la leader del gruppo, Giorgia Meloni, a sedere sullo scranno di Palazzo Chigi nella prossima legislatura.
Presenti i principali esponenti di partito che si dimostrano assai più loquaci e aperti a dichiarazioni della premier designata, che continua ad avere una presenza pubblica cauta e morigerata.
È da poco terminata la riunione dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia: tutti i big del partito presenti in via della Scrofa dove, assieme a Giorgia Meloni, sono stati esaminati i nodi e i passaggi principali antecedenti la nomina del probabile nuovo governo a guida del centrodestra. Intanto Meloni incassa il pieno mandato dal partito per la formazione dell’esecutivo e afferma di stare lavorando alla migliore squadra per affrontare questo “peso enorme“.
La questione più inflazionata è quella riguardo i nomi dei prossimi ministri dell’esecutivo Meloni, tra i quali troneggia quello di Matteo Salvini.
Il Capitano continua a chiedere a gran voce l’ufficio del Viminale, ma più di qualcuno avrebbe da ridire sulla scelta, Mattarella e Unione Europea probabilmente su tutti. La stessa leader di Fratelli d’Italia non sembra disposta a rischiare su tenuta ed equilibrio di governo per accontentate le smanie di protagonismo del leghista, che sfrutterebbe l’incarico agli interni per una campagna elettorale permanente sul tema dell’immigrazione.
Meloni però non parla, se si escludono le solite vuote formule di rito, ma al suo posto a farlo sono due pesi massimi del partito come Fabio Rampelli e Francesco Lollobrigida. Il primo ridimensiona le diatribe interne alla maggioranza a esagerazioni mediatiche, ribadendo come ogni forza politica abbia le sue priorità e la sua lista di nomi e posizioni preferite, le quali saranno discusse e intrecciate al fine di creare la squadra migliore per il governo del Paese.
Anche Lollobrigida conforma la linea di dialogo aperto e collaborativo tra le forze che compongono la coalizione del centrodestra; sarà poi compito della premier Meloni, se e quando riceverà l’incarico da Mattarella per formare un nuovo esecutivo, selezionare le personalità più di prestigio per risollevare le sorti nazionali, conclude il capogruppo FdI.
Per quel che riguarda la possibile lista dei ministri, questa è ancora in fase di definizione e circolano varie bozze. Sicuramente intento della formazione di destra è inserire soggetti di comprovata autorità internazionale, figure anche tecniche ed esperti di settore, nei dicasteri chiave quali Economia, Esteri, Interno ed Energia.
Da ciò che filtra dagli ambienti ex missini, il ministero dell’Economia dovrebbe essere delegato a Fabio Panetta, personalità esterna al partito con una lunga carriera nella Banca d’Italia, di cui è stato anche direttore generale nel 2019.
Roberto Cingolani, attuale ministro alla Transizione Ecologica del governo Draghi, dovrebbe essere riconfermato nel suo ruolo, anche per dare continuità a una istituzione così centrale in questo periodo.
Per la scrivania alla Farnesina i profili attenzionati sono quelli di Giampiero Massolo e Elisabetta Belloni, entrambi diplomatici e rispettivamente ex e attuale direttore del Dipartimento Informazioni e Sicurezza (DIS).
Il co-fondatore del partito Guido Crosetto potrebbe accasarsi al dicastero della Difesa; mentre l’ex magistrato e procuratore aggiunto Carlo Nordio dovrebbe essere indicato quale nuovo Guardasigilli.
Naturalmente, oltre alla stessa Meloni, che a scanso di sorprese dovrebbe sostituire Mario Draghi come presidente del Consiglio dei ministri, la componente politica della compagine di governo di Fratelli d’Italia dovrebbe comprendere: Ignazio La Russa, altro co-fondatore del partito e verosimilmente nuovo presidente del Senato; Giovanbattista Fazzolari, indicato come l’ideologo della scalata meloniana, potrebbe ricoprire il ruolo di sottosegretario alla Presidenza; infine Raffaele Fitto, ex forzista, agli Affari Europei.
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