Si scrive ‘apparte’ o ‘a parte’? Eccoci tornati al nostro settimanale appuntamento con le annose questioni grammaticali, dubbi e dilemmi che ci fanno compagnia sin dai tempi delle scuole e che facciamo fatica a scrollarci di dosso. Se amate girellare per forum e chat, noterete che molti giovani tendono a scrivere ‘apparte‘ piuttosto che ‘a parte‘. Chi ha ragione? Come al solito la verità sta nel mezzo. La forma più corretta sarebbe ‘a parte‘, in quanto ‘apparte‘ rappresenta una classica forma di raddoppiamento fonosintattico. Tuttavia, se andiamo a spulciare il Gradit (ovvero, il Grande dizionario italiano dell’uso) a sorpresa troviamo ‘apparte‘ come variante di ‘a parte‘.
Ecco un altro grande interrogativo grammaticale: si scrive ‘apparte’ o ‘a parte’? Come dicevamo è un dubbio più che legittimo, visto che alcuni dizionari, tra i quali il Gradit, riportano entrambe le forme come corrette.
Tecnicamente parlando, dunque, se la cita uno dei più autorevoli vocabolari italiani, vuol dire che ‘apparte‘ può essere utilizzata come forma sostitutiva di ‘a parte‘. In realtà, la forma giusta da usare (che è poi la più corretta), è quella formata da due parole: la preposizione semplice ‘a‘ e il sostantivo ‘parte‘. Quindi, alla domanda si scrive ‘apparte’ o ‘a parte’, la risposta è: ‘a parte‘.
Ma allora, perché è tanto facile confondersi?
Le due parole, ‘a‘ e ‘parte‘, formano una locuzione, ovvero un’espressione formata da due termini usati come fossero fusi in un’unica parola (come, ad esempio, nonostante che, pieno zeppo, a fianco, e compagnia bella). In più, nel dubbio se si scriva ‘apparte’ o ‘a parte’, conta anche il fatto che ci troviamo nell’ambito della lingua parlata e la causa dell’errore ortografico dipende da un fenomeno fonetico ben preciso, il raddoppiamento fonosintattico. Si tratta di un meccanismo (tipico di alcune pronunce dell’Italia centro-meridionale) che tende ad attaccare due parole e che, per questo, rende ovvio il dubbio in questione, si scrive ‘apparte’ o ‘a parte’?
La forma corretta, lo ripetiamo, è la seconda, anche se, lo abbiamo visto, è consentita anche quella univerbata ‘apparte‘. Del resto, anche Leopardi, nello Zibaldone, recita: ‘e regolarsi con leggi apparte, e indipendenti dalle leggi universali della natura…’. Ma lui era un poeta, oltretutto di un secolo diverso dal nostro, quindi poteva lecitamente usarla.Noi no.