Si scrive menomale o meno male?

Bentornati al nostro appuntamento con i dubbi lessicali che la grammatica italiana ci impone. Questa settimana il quesito è: si scrive menomale o meno male? Quante volte ci siamo imbattuti in questa formula e ci siamo impantanati? Si scrive tutto attaccato o staccato? Se avete un correttore automatico attivo, vi accorgerete che non sottolinea di rosso nessuna delle due forme: questo perché in teoria lo potete scrivere come più vi piace. Anche se la questione non è così semplice.

Se andate a consultare qualche dizionario, troverete scritto che la locuzione più corretta è quella staccata, cioè meno male, tuttavia viene considerata come non errata anche quella attaccata, menomale, solo che è una forma raramente usata, più arcaica. Quindi in teoria non dovrebbe essere conteggiata come errore. Ma qui le cose si complicano.

Sul sito dell’Accademia della Crusca la polemica infuria. In pratica menomale viene registrato dal Battaglia come lemma a sé stante solo col significato di meno male, in voga soprattutto nella letteratura del Novecento: inteso in questo senso, la grafia attaccata è pienamente accettabile, soprattutto in virtù della tendenza odierna a univerbare.

Tuttavia menomale non può essere usato come variante di minimale, neologismo del 1957 che deriva dall’inglese minimal del 1666. In questo senso menomale non è una variante attestata, quindi esiste solo virtualmente. Quindi a questo punto non rimane che scegliere la grafia che ci piace di più: personalmente ci attira di più quella staccata, quindi useremo meno male, ma siete liberissimi di utilizzare quella che preferite.

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