Si scrive province o provincie? Qual è il plurale di questa parola? E’ su questo argomento che verterà oggi il nostro appuntamento con la grammatica italiana, si tratta di uno di quei dubbi che ogni tanto ci colgono mentre stiamo scrivendo e che non sappiamo mai come risolvere. Questo è uno di quei casi in cui pare che si possano usare entrambe le forme, anche se la più comune è ‘province’, mentre la forma ‘provincie’ rimane quella più arcaica ed è caduta ormai in disuso. Ma andiamo con ordine.
Una piccolissima confusione sull’utilizzo di ‘province’ o di ‘provincie’ ce lo causa anche la nostra Costituzione. Ebbene sì, avete capito bene: pare infatti che all’interno della primissima versione della Costituzione Italiana la parola venne trascritta come ‘provincie’. Quindi, se ci trovassimo ai tempi della prima Assemblea Costituente della Repubblica Italiana sarebbe lecito utilizzare entrambe le forme, senza avere paura di sbagliare.
In effetti, una motivazione logica e plausibile ci sarebbe pure: etimologicamente parlando la parola ‘provincia’ deriva dal latino e al plurale questa riportava la lettera ‘i’. Ancora la ‘i’, sempre la ‘i’, quella che ci dava tanta noia nella decisione fra scielta/scelta. Tuttavia la storia della lingua italiana ha una svolta improvvisa. Nel 1976, Aldo Gabrielli, uno fra i più celebri linguisti italiani, probabilmente stanco di sentirsi ripetere sempre le stesse domande, decise di pubblicare una serie di regole per spiegare finalmente a tutti la difficile questione dei plurali delle parole in -cia.
In pratica la regoletta è questa: la ‘i’ rimane solamente se la c e la g sono precedute da vocale, mentre cade se sono precedute da consonante. Ecco che dunque abbiamo provincia/province, ciliegia/ciliegie, camicia/camicie, spiaggia/spiagge. Tuttavia, tanto per complicarci ancora una volta la vita, oggi si usa anche un altro criterio che sfrutta un approccio tonico.
In pratica nel 2008 il Dizionario Zingarelli stabilì che provincia forma il plurale in ‘province’ e non ‘provincie’ perché quest’ultima è caduta ormai in disuso. Sempre fermo restando di valutare bene dove cade l’accento della parola: nel caso infatti che caschi proprio su quella malefica ‘i’, allora questa al plurale sarà mantenuta, diversamente verrà persa per strada.
Quindi, qui la questione è sempre la stessa. Se volete fare gli arcaici e state scrivendo un testo aulico o volete fare la parte dei puristi, scrivete pure ‘provincie’, ma sappiate che in un dibattimento più moderno come un tema di italiano o un articolo per un giornale potrebbe esservi facilmente contestato come errore. In effetti sarebbe sempre bene abbinare le parole al contenuto, onde evitare spiacevoli equivoci e fraintendimenti.