Bentornati al nostro appuntamento consueto con i dubbi che la grammatica italiana continua ad infliggerci. Secondo voi si scrive scielta o scelta? Si scrive sciegliere o scegliere? La domanda è poi la medesima, perché il verbo di origine sempre quello è. Non pensiate che la domanda sia troppo banale e scontata: Google dimostra che si tratta di una parola molto cercata dagli utenti, segno inequivocabile che crea ancora molti problemi a tantissime persone.
Anche qui la risposta può essere solamente una: si scrive ‘scelta’ senza la ‘i’ e non ‘scielta’ con la ‘i’, esattamente come si scrive ‘scegliere’ senza la ‘i’ e non ‘sciegliere’ con la ‘i’. Ma questo non vale solamente per questa parola: in linea generale lo stesso dubbio viene con parole come mangeremo/mangieremo, lasceremo/lascieremo o anche baceremo/bacieremo. Ma quanti problemi ci causa questa vocale ‘i’? Parecchi a quanto pare: a volte ci va, a volte no. Eppure c’è un modo per capire quando utilizzarla e quando no.
Tuttavia perché in questo preciso caso in ‘scelta’ non ci va la vocale ‘i’? E’ abbastanza intuitiva la risposta: non servirebbe assolutamente a niente in questo caso. Facciamo un esempio pratico. Se la parola in questione fosse finita con -scia è chiaro che la ‘i’ andava assolutamente inserita, in caso contrario si sarebbe letta con la fine -sca, con la ‘c’ dura e avrebbe cambiato il suono della parola. Nonché il significato. Pensate per esempio al connubio lascia/lasca: la prima parola significa mollare, abbandonare, mentre la seconda ha un significato del tutto diverso, ovvero si tratta di un pesce di acqua dolce dalla carne non particolarmente pregiata.
O ancora, liscia/lisca: la prima è un aggettivo che significa dalla superficie non rugosa, il secondo si riferisce allo scheletro dei pesci. Visto come una semplice e innocua ‘i’ può cambiare lo stato delle cose? Per questo è fondamentale sapere quando ci va e quando non ci va. La questione può essere ampliata a comprendere anche altri verbi.
Prima avevamo fatto l’esempio di mangeremo. La ‘i’ in questo caso è del tutto inutile: la ‘g’ è già seguita dalla ‘e’, la sua pronuncia non è comunque dura, quindi perché metterci una vocale in più? Se invece avessimo usato come esempio mangia, qui la situazione torna quella di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente: qui la ‘i’ è indispensabile, altrimenti la parola diventa manga, ovvero il tradizionale fumetto giapponese che nulla ha a che spartire con il verbo mangiare.
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