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Ambiente

Si stava facendo un bagno al fiume, ma qualcosa comincia a correre verso di lui

Un uomo stava facendo un’escursione sul fiume, ma non si è accorto che un orso stava per attaccarlo. Cosa è successo.

Fiume – Nanopress.it

Gli attacchi degli orsi agli esseri umani fanno sempre scalpore, e ultimamente sembrano sempre più frequenti. Solo in Italia, il più recente caso mediatico al riguardo ha a che fare con la morte di un runner nei boschi della Val di Sole, ad aprile 2023. Nel resto del mondo, comunque, questi episodi sono molto più frequenti che in Italia. L’ultima cronaca arriva dagli Stati Uniti, dove un uomo in kayak stava per essere attaccato da un orso

Stava facendo un’escursione al fiume ma rischia la vita

L’uomo, scampato per miracolo all’aggressione, stava discendendo un fiume con il suo kayak, su cui si trovava da solo. Per fortuna, sul fiume c’erano altri kayak colmi di persone, le quali hanno iniziato a urlare in direzione dell’uomo quando hanno notato un orso che avanzava a grande velocità nell’acqua, proprio nella sua direzione.

Uomo in kayak sul fiume – Nanopress.it

Il malcapitato, comunque, non si era reso conto di nulla perché dava le spalle all’orso, ma quando si è accorto di cosa stava per accadere, grazie alle grida, ha iniziato a remare forsennatamente per sfuggire all’attacco. Per fortuna, l’orso ha cambiato all’improvviso direzione, fermandosi sulla riva opposta del fiume. Una storia a lieto fine, ma poteva andare molto peggio. 

Quanto sono frequenti gli attacchi degli orsi

Le aggressioni da parte degli orsi sono davvero così frequenti? In generale, i dati mostrano che le probabilità di essere aggrediti da un orso sono davvero basse, addirittura 1 su 2,1 milioni secondo una ricerca del National Park Service degli USA. Nonostante ciò, le aggressioni ci sono, e di solito non finiscono bene per le vittime.

Basti pensare che a livello mondiale, negli ultimi anni ci sono state 40 aggressioni ogni anno, di cui 8 in Italia. La rivista Scientific Report ha pubblicato, nel 2019, una ricerca al riguardo, a cura dell’Università di Oviedo e del MUSE di Trento. Secondo i dati raccolti, in 15 anni, dal 2000 al 2015, sono 664 gli attacchi all’uomo da parte dell’orso bruno.

Quest’ultimo vive principalmente in nord America, Oriente e Europa, e in queste zone del mondo sono 39,6 le aggressioni registrate in media ogni anno. La domanda, a questo punto, sorge spontanea: quali sono i fattori che portano un orso ad attaccare?

Attacco di un orso – Nanopress.it

La causa primaria riguarda le mamme orso, che nella maggior parte dei casi attaccano per difendere i loro cuccioli. Più rari invece gli attacchi scatenati per difendersi dai predatori.

Inoltre, un elemento che può aiutarci a capire come comportarci in caso di attacchi da parte di un orso riguarda il fatto che i cani non tenuti al guinzaglio rappresentano un’ulteriore motivazione per cui questo animale può aggredire un essere umano. 

Regole di sopravvivenza in caso di incontro con un orso

Nel malaugurato caso in cui dovessimo trovarci di fronte ad un orso bruno, cosa dovremmo fare? Sarà rincuorante sapere che non siamo spacciati: con i giusti accorgimenti e un pizzico di fortuna, possiamo evitare di essere attaccati.

Innanzitutto, evitiamo in ogni modo di far sentire l’orso minacciato. Questo vuol dire tenersene a distanza e non seguirne le tracce. In più, dobbiamo evitare di lasciare avanzi o tracce di cibo in giro, perché sono un’esca che porterà l’orso ad avvicinarsi.

Orso bruno – Nanopress.it

Un altro utile accorgimento riguarda il fare rumore quando si cammina, specialmente nelle zone in cui è noto che circolano orsi. Questi animali, infatti, hanno sensi particolarmente sviluppati. Ciò vuol dire che prima che noi li vediamo, hanno già avvertito la nostra presenza dall’odore. Farci anche sentire è positivo perché in questo modo l’orso ci eviterà per proteggere i piccoli.

E nell’ipotesi in cui ci troviamo davanti ad un orso a distanza ravvicinata, rimaniamo immobili, tranne se incontriamo dei cuccioli: in quel caso, è fondamentale allontanarsi all’indietro molto lentamente.

Ci auguriamo di non dover mai vivere un’esperienza simile a quella dell’uomo in kayak menzionato all’inizio, ma se dovesse accadere, ora sappiamo come comportarci.

Asia Paparella

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