Un vero e proprio incubo quello che ha vissuto Caroline Coote, 48 anni, di Saint-Brélade, Inghilterra. La donna si è infatti svegliata nel corso di un intervento chirurgico alla cistifellea, ma i medici non si sono accorti di nulla per almeno sette interminabili minuti e lei ha dovuto sopportare dolori allucinanti. La vicenda, raccontata dalla stampa inglese, sembra uscire direttamente da un film dell’orrore. Caroline era sotto i ferri quando, 45 minuti dopo l’inizio dell’operazione, l’anestetico ha smesso di fare effetto e si è trovata con gli occhi sbarrati e in preda a dolori lancinanti. Solo dopo alcuni minuti l’anestesista si è accorto che qualcosa non andava.
La donna ha vissuto un’esperienza talmente traumatica che, come racconta lei stessa, ha dovuto sottoporsi a tre anni di terapia per stress post traumatico e ha intentato una lunga causa con l’ospedale.
“Ero sveglia ma non riuscivo a muovermi. Sentivo solo un dolore atroce. Ero disperata. L’unica cosa che ho fatto è stata mettermi a piangere”, ha raccontato. L’inchiesta è in corso e dalle carte inizia a emergere la verità sull’accaduto.
Dai documenti risulta che il medico anestesista aveva avvertito i chirurghi che qualcosa non andava: dopo sette minuti dall’inizio dell’operazione aveva infatti notato un movimento della testa e la pressione sanguigna in aumento. Colpa, secondo l’accusa, del tubo dell’anestetico che aveva una perdita.
“Poteva sentire le conversazioni e sentiva dolore fisico durante la procedura”, scrive l’accusa. Solo l’anestetico non ha più avuto effetto, mentre i miorilassanti erano nei livelli normali, di fatto paralizzandola.
“Non si sono accorti delle lacrime che uscivano dai miei occhi né delle accelerazioni del battito cardiaco. Quando mi sono svegliata del tutto, ho iniziato a urlare, ero isterica”, ricorda la donna. “Ringrazio di essere viva ma ora dovrò convivere con questa esperienza per tutta la vita”.