Durante il Consiglio dei ministri della prossima settimana verranno analizzate nuove regole tra cui anche l’opportunità di azzerare l’IVA per determinati alimenti.
È molto probabile quindi che tra non molto l’imposta sul valore aggiunto di pane e pasta verrà azzerata mentre quella per pesce e carne verrà portata al 5%. Potranno esserci inoltre anche delle novità per quanto riguarda l’Ires, l’accertamento fiscale e i crediti IVA.
Il viceministro dell’economia Maurizio Leo ha parlato di quelle ipotesi su cui governo è al lavoro, un progetto su cui però c’è ancora molto da lavorare. Lo scopo da raggiungere è abbastanza chiaro in quanto, come afferma il viceministro, la riforma fiscale potrà essere portata durante il consiglio dei ministri della prossima settimana.
Un’anticipazione su quelli che saranno i temi trattati è stato dato dal sottosegretario Sandra Savino, nel momento in cui ha dato alcune risposte alla Commissione finanze alla camera. Queste le sue parole “La nuova legge delega di riforma fiscale prevedrà il riordino della normativa Iva nazionale per garantire il pieno allineamento tra quest’ultima e quella dell’Unione europea, oltre a razionalizzare e semplificare la disciplina dell’imposta nell’ottica del miglioramento del rapporto tra il fisco e il contribuente”.
Savino aggiunge anche che potrebbe essere prevista l’applicazione di altri interventi al fine di ridefinire tutte le ipotesi di esenzioni rispettando però sempre i limiti di quella che è la direttiva IVA.
Ma cosa vuol dire tutto ciò? L’intenzione dell’esecutivo è quello di fare in modo che alcuni beni possano vedere sottratta l’imposta dell’IVA. Si tratta di un argomento di cui ha discusso anche il viceministro Leo nel corso del convegno del Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti nel momento in cui aveva fatto riferimento ad un “meccanismo di esenzione per determinate categorie di beni così come si è già sperimentato per i vaccini contro il Covid-19”
Il Governo è quindi al lavoro sul diminuzione dell’IVA e sulla azzeramento di questi imposte per alcuni prodotti. L’idea iniziale è quella di comporre un realistico “carrello della spesa” andando quindi a diminuire l’Iva per tutti quei beni di prima necessità così da riuscire a tenere sotto controllo l’inflazione.
Un’operazione che per vedrebbe un costo che parte da un minimo di 4 fino ad un massimo di 6 miliardi e che potrebbe coinvolgere quei prodotti alimentari che attualmente sono al 4%. Si fa riferimento quindi a pane e pasta la cui Iva potrebbe essere azzerata mentre quella di carne e pesce, prodotti che attualmente hanno un’aliquota al 10%, potrebbero dimezzare la propria imposta. Attualmente sono pochi i prodotti che vedono un IVA ridotta tra cui biberon, pannolini, seggiolini, latte in polvere, assorbenti e prodotti per l’igiene.
Durante il Cdm in questione però non si tratterà soltanto l’argomento delle aliquote. A questo riguardo Savino ha spiegato che “i criteri direttivi della delega dovrebbero consentire la semplificazione di alcuni istituti dell’Iva, quali la detrazione e i rimborsi, in modo che gli stessi risultino più accessibili ai contribuenti”. In poche parole, questo vuol dire che tutti i crediti IVA verranno pagati molto più velocemente.
Per ciò che concerne le aliquote fiscali, attraverso la riforma questa diminuiranno da quattro a tre. All’interno della delega non sarà indicato il livello delle aliquote né tantomeno quello riguardo agli scaglioni di reddito. Nonostante ciò, attraverso le simulazioni è possibile trovarsi di fronte a due ipotesi: nella prima presente un’aliquota al 25% insieme ad una seconda al 33% e ad una terza al 43%; nella seconda ipotesi invece presenta una riquadro al 23%, una seconda a 33% e una terza a 43%.
Lo scopo è quello di dare maggiore forza al lavoro dipendente dopo che non vi è stato il taglio del cuneo contributivo. Inoltre, attraverso una nuova riforma fiscale, ci sarà anche una nuova Ires a due aliquote in cui è presente un’aliquota ridotta. Questo è ciò che si può capire dalle varie slide messe in piedi dal MEF.
Inoltre sembra essere in previsione anche un “graduale superamento dell’irap” in cui si terrà precedenza alle società di persone insieme alle società tra professionisti e agli studi associati utilizzando una sovraimposta in cui è presente una base imponibile uguale a quella dell’Ires.
L’ultimo punto riguarda una vera e propria rivoluzione per l’accertamento fiscale. L’obiettivo resta quello di lasciare un dialogo abbastanza ampio tra i contribuenti e l’Agenzia delle Entrate. In ogni caso l’agenzia avrà il compito di preparare una dichiarazione precompilata biennale dedicata alle piccole imprese.
Nel caso in cui gli imprenditori decideranno di aderire, per due anni non saranno soggetti ad accertamenti. In caso contrario, i controlli partiranno fin da subito. Se invece si sposta l’attenzione alle imprese più grandi, è possibile affermare che verrà rinforzato quello che è il meccanismo della “cooperative compliance“.
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