Il test del Dna ha confermato, purtroppo, l’ipotesi degli inquirenti: sono di Sibora Gagani i resti trovati murati in una casa in Spagna. La conferma è arrivata ieri in serata da fonti spagnole di Malaga, dopo le analisi effettuate dall’Istituto di Medicina Legale della città. Della giovane non si avevano più notizie dal 2014, e a riaccendere le indagini sulla sua morte è stato proprio colui che oggi è accusato di essere il suo assassino, Marco Gaio Romeo, 45 anni, suo ex fidanzato con il quale conviveva a Torremolinos dal 2011. L’uomo, di Nettuno, era stato arrestato lo scorso 17 maggio per l”uccisione di una sua altra compagna, Paula, 28enne, trovata uccisa quella mattina con 14 coltellate.
I sospetti degli investigatori spagnoli si sono trasformati alla fine in certezza: sono di Sibora Gagani i resti trovati il 6 giugno nell’appartamento di Torremolinos che condivideva ai tempi con il suo fidanzato. A confermarlo, l’esame del Dna effettuato dall’Istituto di Medicina Legale di Malaga. La famiglia della ragazza, stando a fonti locali, sarebbe già stata informata del risultato dalle autorità. Ad ucciderla, sarebbe stato proprio il suo ex compagno, Marco Gaio Romeo, oggi 45enne, che avrebbe fornito una confessione spontanea ad alcuni agenti di Polizia mentre si trovava in arresto per l’omicidio della fidanzata Paula, avvenuto il 17 maggio scorso. Benché durante l’interrogatorio abbia poi ritrattato, gli investigatori hanno deciso di continuare le indagini, basandosi sulle sue parole, e ciò li ha portati alla triste scoperta.
Il Dna conferma: è di Sibora Gagani il corpo murato
Ci sono voluti 9 anni e purtroppo la morte di un’altra giovane, per arrivare a mettere la parola fine al “cold case” di Sibora Gagani, 22enne di Nettuno scomparsa nel nulla nel 2014. Lo scorso 17 maggio, una madre 28enne di Torremolinos, Paula, è stata ritrovata uccisa con 14 coltellate, e per il suo omicidio è stato arrestato proprio Marco Gaio Romeo, anch’egli di Nettuno e nientemeno che l’ex fidanzato di Sibora.
L’uomo, una volta fermato, avrebbe confessato a degli agenti di polizia, di aver ucciso anche l’ex compagna, e di averne occultato il corpo murandolo nella loro abitazione a Torremolinos, utilizzando anche dell’acido per disfarsi dei resti. Una confessione, tuttavia, ritrattata dall’uomo durante l’interrogatorio ufficiale, ma che è bastata a far scattare l’allarme nelle forze dell’ordine, che hanno proseguito con le indagini.
È così che il 6 giugno, dopo alcuni tentativi, aiutandosi anche con dispositivi a raggi X, la Polizia spagnola ha ritrovato dietro a un muro, in un’intercapedine, ciò che rimaneva di Gagani, in una cassa di legno, di fianco a lei ancora un coltello insanguinato, proprio nel punto esatto che aveva indicato Romeo.
Benché ci fossero pochi dubbi in merito, i resti sono stati quindi mandati all’Istituto di Medicina Legale a Malaga, per poter essere sottoposti a test del Dna, che ieri sera ha confermato i peggiori sospetti. Stando ai media spagnoli, la famiglia della giovane sarebbe già stata informata.
Dopo l’arresto di Romeo, la madre della vittima, Elisabetta, aveva parlato davanti alle telecamere della trasmissione Chi l’ha visto, dicendosi sicura che la figlia fosse al 99% morta, uccisa forse proprio perché voleva mettere fine a quella relazione. “A 19 anni mia figlia si è messa con questo uomo molto più grande di lei, ed è andata a vivere a Torremolinos, io non approvavo questa sua scelta. Io con lui ho parlato quando è sparita, mi telefonò chiedendomi notizie di lei. Successivamente abbiamo chiesto ancora notizie e lui ci dava ogni volta versioni diverse” aveva raccontato durante una conferenza stampa lo scorso 25 maggio.