In queste ultime ore è stato decretato lo Stato di emergenza per 5 regioni italiane: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto.
Sono stati stanziati 36 milioni di euro che andranno divisi fra queste regioni per cercare di fronteggiare la grave siccità.
Sono 5 le regioni a rischio e il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza a causa della siccità che sta interessando tutta l’Italia, in particolare queste zone.
Dopo settimane di caldo record, l’agricoltura è davvero al collasso e i fiumi sono molto secchi, ecco perché è stato istituito lo stato di emergenza, ma verrà anche emanato un decreto apposito con la nomina di un commissario straordinario e l’avvio di procedure per contrastare questa emergenza.
La Coldiretti, una delle maggiori associazioni in rappresentanza dell’agricoltura italiana, conferma la gravità della situazione, fornendo dei dati davvero allarmanti, infatti sono circa 270mila le aziende agricole situate nelle regioni che si trovano sotto emergenza.
Per quanto riguarda il Lazio, cresce l’allerta incendi, che hanno già causato lo sfollamento di tantissime strutture.
I 36 milioni serviranno per contrastare lo shock idrico di questo periodo di caldo e siccità intensi e il deficit di acqua è riconducibile soprattutto ai livelli bassissimi del Po, che da solo disseta gran parte della Pianura Padana, nonché dei campi coltivati nelle regioni che si trovano nello stato di emergenza.
Questa situazione rimarrà tale fino al 31 dicembre del 2022 e i soldi serviranno per gli interventi di soccorso e l’assistenza alla popolazione, altro aspetto tragico della faccenda.
Infatti, oltre alla sofferenza delle coltivazioni, moltissime persone a causa del caldo accusano malori o comunque sono impossibilitate a uscire per le temperature davvero altissime.
Nel comunicato di Palazzo Chigi si apprende inoltre che si lavorerà per ripristinare le funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche.
Grazie al Fondo per le emergenze nazionali sarà possibile quindi lavorare per contrastare la siccità gravissima a cui tutti stiamo assistendo, la quale porta in molte zone a un rischio desertificazione molto preoccupante.
Purtroppo piove molto poco e quando si verificano fenomeni temporaleschi, che sono comunque brevi e troppo violenti e non riescono a penetrare a fondo per dissetare i terreni, ma solo a erodere il primo superficiale strato.
Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali, ha commentato con positività la misura intrapresa dal Governo, affermando che
“Finora le regioni hanno fatto un ottimo lavoro che però non è sufficiente. Occorre un intervento di carattere nazionale per rimediare al deficit idrico. bisogna affrontare la mancanza di acqua nell’immediato garantendola prima ai cittadini e poi alle coltivazioni”.
Il comparto agricolo in sofferenza va salvaguardato sia per quanto riguarda le coltivazioni che sono a rischio, sia per quanto concerne i lavoratori del settore, che ogni giorno fanno sacrifici lavorando da una vita e rischiano vedere gli sforzi buttati via a causa del caldo.
La situazione in merito era già abbastanza problematica nel nostro Paese poiché da troppi anni non vengono realizzati invasi e dighe, al tempo stesso, gli acquedotti sono in stato disastroso, così come le altre infrastrutture che servono all’irrigazione dei campi.
Questa è una buona opportunità per riprendersi e affrontare il tema della gestione dell’acqua e come ricorda la Gelmini,
“in previsione c’è anche lo stanziamento di una considerevole somma da investire per la riparazione e l’ammodernamento delle reti idriche ma anche nell’installazione di nuovi sistemi irrigui”.
Tutte queste misure consentiranno di salvaguardare la preziosa risorsa idrica e rendere il Paese resiliente di fronte a crisi emergenziali come questa che stiamo vivendo, proteggendo al contempo anche la natura e la biodiversità.
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