In Europa la siccità, dell’estate 2022, è stata la peggiore degli ultimi 500 anni. Lo rivelano le immagini del Sentinel 2. Questi è il satellite che, in orbita nello spazio, fa parte di Copernicus, il programma europeo per osservare la Terra. Dal 1 luglio al 31 agosto la situazione era allarmante per almeno il 47% del territorio europeo.
Naturalmente gravi sono anche le conseguenze dovute proprio a questo fenomeno. C’è stato un grande aumento di incendi boschivi e, questi, hanno contribuito in maniera pesante alle emissioni inquinanti nei cieli europei. Si parla delle emissioni maggiori degli ultimi 15 anni.
Si parlerebbe di 6,4 megatonnellate di carbonio in più nei cieli europei. Dal 2007 non si vedevano emissioni di una tale portata. Ad incidere, in maniera devastante, sui livelli abnormi di emissioni, di questa estate, ci sarebbero gli incendi catastrofici del sud della Francia e della penisola iberica.
Era dal 1540 che non si vedeva una tale siccità nel nostro continente. In quella circostanza furono addirittura più di 90 i giorni di pioggia in meno e, soprattutto, il caldo anomalo interessò quasi tutti i mesi dell’anno.
Questa volta, in soli due mesi, si sono toccati livelli altrettanto allarmanti. In particolare a preoccupare era la scarsa, in alcuni casi proprio la mancanza, di umidità nel suolo il che ha influito molto sulla distruzione della vegetazione.
Dalle immagini del satellite si può, facilmente, notare come alcune zone di verde siano diventate, con il passare dei giorni, delle zone di marrone arido. Segno evidente della scomparsa della vegetazione.
Altro segnale grave è stato il livello di acqua dei fiumi. Il Reno, il Po ed il Danubio in particolar modo hanno pagato le conseguenze di questa siccità, il livello di acqua nei letti di questi fiumi è sceso talmente tanto da renderli non più navigabili.
Dinanzi a questo scenario quasi apocalittico, l’agricoltura non è rimasta indenne. Moltissimi sono stati i danni causati alla agricoltura europea. In Italia, ad esempio, la Coldiretti ha reso pubblici alcuni dati allarmanti.
Sono 6 miliardi di euro quelli costati alle nostre coltivazioni. Si tratta del 10% della produzione agroalimentare nazionale. In alcuni casi ci sono stati cali di produzione arrivati anche al 40-45% in meno.
Negli altri casi i cali di produzione hanno rivelato, comunque, un 30% in meno un dato di per se sconcertante. Coltivazioni di mais e foraggio, frutta e frumento sono i campi in cui i danni sono stati maggiori.
La prossima stagione di vendemmia manifesta già un calo di produzione del 10%. Dato evidente che i danni di questi mesi di siccità non saranno facilmente riparabili.
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