Allarme siccità anche in Lombardia. Il presidente di Regione Fontana è intervenuto preoccupato sulle scarse scorte d’acqua destinate all’agricoltura.
Il presidente Fontana è intervenuto sulla questione siccità in Lombardia, avvertendo di una mancanza di acqua per fini agricoli. Manca l’acqua da destinare all’agricoltura secondo Fontana, il quale ha dichiarato che se non dovesse piovere nei prossimi giorni sarà difficile reperire ulteriori risorse.
La siccità colpisce anche il nord.
Mentre gli incendi si abbattono su gran parte della nostra penisola – ieri a Roma, oggi in Toscana in provincia di Lucca – mettendo a rischio foreste, parchi e non solo, il caldo e le estreme temperature hanno allarmato anche l’agricoltura sul fronte siccità.
Una vera piaga, che ha visto fiumi sotto i livelli medi stagionali e carenza di acqua dappertutto sul territorio nazionale. L’ultimo allarme è stato lanciato da Attilio Fontana, il quale ha istituito una conferenza stampa nelle ultime ore proprio per discutere dell’emergenza siccità.
Il presidente della Regione Lombardia ha segnato una data oltre la quale, in caso di mancanza di pioggia, non si riuscirebbe ad andare. Quella data è il 25 luglio, e se non dovesse piovere sarà quasi impossibile far fronte alla mancanza di risorse idriche vista la siccità.
La situazione più critica è legata al lago d’Idro, ha continuato Fontana, secondo il quale invece parlato del lago Maggiore, di Como e di Garda avrebbero maggiori riserve d’acqua per sopperire alla mancanza d’acqua per le aziende agricole ancora per qualche giorno.
Non esiterebbe a chiedere lo stato di calamità, qualora ce ne fosse la necessità. Attilio Fontana, durante la recente conferenza organizzata per discutere della siccità, ha posto l’accento sulla mancanza d’acqua toccando anche l’argomento acqua potabile.
Secondo il presidente della Regione non dovrebbero esserci problemi su tale fronte al momento, eccezion fatta per alcune zone limitate.
Intanto la Coldiretti ha informato che a causa delle temperature estreme, la frutta ne starebbe risentendo e tanti agricoltori in Italia sono stati costretti a buttare il raccolto. Alcuni sono arrivati a scartare addirittura il 70%, tra meloni, angurie, pomodori.
Frutta invendibile in alcuni casi, a causa delle scottature e del clima torrido, mentre in qualcuno casi si tenta di anticipare il raccolto. I danni, secondo l’Associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura, ammontano adesso a 3miliardi di euro.
Cali nella raccolta del mais, sopra il 40%, latte e frumento per la pasta 20% e 30%. La frutta arsa dal sole con le temperature sopra i 40 gradi ammonta quasi al 15%.
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