Di acqua ce ne è sempre meno, anche se questo tipo di emergenza eravamo abituati a vederla nel pieno dell’estate. Per questo motivo, anche in previsione dei prossimi mesi e per prevenire l’emergenza, le Regioni d’Italia stanno correndo ai ripari.
La prima a farlo è la Regione Toscana. Una decisione presa riguardo l’acqua per le piscine non va bene per tutti.
È uno dei beni più preziosi che abbiamo sulla Terra ma, purtroppo, sta venendo sempre meno. Stiamo parlando dell’acqua e, dall’altro lato, anche di come “conservarcela”, visto che di pioggia se ne vede davvero poca, e non basta a riempire gli invasi dove l’acqua manca.
A soffrire maggiormente sono le regioni del Centro e del Nord dove l’acqua sta iniziando davvero a scarseggiare. Per questo motivo, si vede necessario correre ai ripari e, se non si parla ancora di razionalizzazione anche per quel che riguarda gli usi domestici, si va a guardare, ora, al periodo estivo e a quello di maggior flusso turistico.
Come ovviare a questo annoso problema? Le Regioni stanno elaborando piani per contenere e riciclare, quanto più possibile l’acqua che i loro territorio hanno a disposizione, ma non è sempre facile né semplice accontentare tutti.
La prima è la Regione Toscana che ha deciso di porre dei limiti particolari alle piscine. La Regione ha deciso di proibire l’uso di acqua potabile per rabboccare le piscine, da giugno a ottobre. E questa decisione interessa, in particolare, coloro che hanno villette, ville e agriturismi, specie nelle zone delle province di Grosseto e Siena.
In sostanza, se la piscina viene riempita a giugno, quell’acqua dovrà restar sempre la stessa fino ad ottobre, a fine stagione. Una scelta che non è piaciuta ai proprietari e ai gestori degli agriturismi che vedono, così, in serio pericolo, la stagione turistica alle porte. Ad esprimere maggior preoccupazione è stata la “Cia Siena” che ha definito questa decisione “assurda”.
A comunicare questo divieto è stato proprio l’Acquedotto del Flora e lo ha fatto per “salvaguardare la risorsa idrica e garantire il pubblico servizio” – ha dichiarato. Un caso unico in Toscana, anche perché nella sola provincia di Siena insistono circa 1200 strutture agrituristiche e circa 1 su 5 di questi hanno una piscina al loro interno.
“C’è grande preoccupazione […] Se consideriamo che ogni giorno il ricambio di acqua è dell’1-2%, in quattro mesi, il ricambio è pari a una vasca e mezzo. Questo è il minimo indispensabile per tenere una piscina con acqua pulita e fruibile da parte dei turisti che scelgono la nostra provincia” – spiega il presidente di Cia Siena, Taddei.
La richiesta degli agriturismi è, quindi, ben chiara, ovvero quella di rivedere quanto prima questa decisione per evitare di mettere a rischio la programmazione della prossima stagione turistica.
Ma non solo in Toscana c’è il problema. Altra regione che deve far conto con particolari divieti è il Trentino Alto Adige. Anche qui la siccità si fa sentire e le precipitazioni sono, da 18 mesi, al di sotto della media. I presidenti della Province autonome, infatti, nell’ordinanza raccomandano a tutti, specie ad agricoltori e a proprietari di giardini e parchi, di usare l’acqua in modo parsimonioso.
Quanto ai gestori degli acquedotti pubblici, questi sono invitati a prevedere delle turnazioni dei prelievi d’acqua elevati in particolare per coloro che hanno piscine.
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