È stato confermato l’adeguamento Istat nella regione siciliana a favore dell’indennità dei deputati. L’aumento previsto per il 2023 è di 890 euro.
È stato perciò respinto dall’Assemblea regionale l’emendamento che prevedeva l’abrogazione dell’automatismo per la rivalutazione delle indennità sul costo della vita.
È recente la conferma che nella regione Sicilia è stato confermato l’adeguamento Istat per i parlamentari previsto per il 2023. Tutti i parlamentari della regione potranno perciò ottenere l’adeguamento previsto Istat delle proprie indennità.
A deciderlo è stata l’Assemblea regionale che ha voluto respingere, attraverso una votazione segreta, un emendamento che aveva lo scopo di abrogare la norma del 2014 che prevedeva l’introduzione di un automatismo per la rivalutazione delle indennità al costo della vita.
L’emendamento che è stato respinto dall’Assemblea era stato presentato a seguito delle numerose discussioni e polemiche che si erano mosse contro l’adeguamento Istat di quest’anno che prevede un aumento in busta paga di 890 euro lordi agli onorevoli siciliani.
Questo emendamento è stato bocciato con ben 29 voti contrari e solo 24 favorevoli alla sua attuazione.
Il deputato Cateno De Luca, appartenente al gruppo Sud chiama Nord, si è espresso parlando di “insopportabili ingerenze da parte di dirigenti nazionali di FdI su scelte che spettano all’Assemblea”.
Durante la votazione in aula c’è stato un dibattito molto vivo che è durato per quasi due ore. Il deputato Antonello Cracolici, del Partito Democratico, ha voluto difendere la norma ricordando che questo adeguamento dei trattamenti economici non è presente solo in Sicilia ma anche in altre Regioni ed è previsto per i consiglieri regionali.
Tra le regioni che ha voluto menzionare il deputato c’è l’Umbria, il Lazio, Il Trentino Alto Adige e la Sardegna. Lo stesso deputato ha poi fatto presente che il Parlamento sta subendo degli attacchi ingiustificati visto che l’adeguamento Istat è previsto grazie ad una norma integrata nove anni fa.
Un altro deputato ha voluto esprimere la sua ed è stato Micciché che ha detto “Con l’indennità arrivo a fine mese”. Lo stesso è stato il promotore della modalità di voto segreta.
Anche Mimmo Turano della Lega e un altro deputato Roberto Di Mauro del partito Mpa si sono schierati contro l’abrogazione della norma, così come anche Carmelo Pace della Dc.
A favore della cancellazione della norma e quindi dell’annullamento dell’automatismo si erano invece schierati Giorgio Assenza di Fratelli di Italia, e altri deputati appartenenti al Movimento 5 Stelle.
Il Movimento 5 Stelle ha voluto esprimersi attraverso il suo capogruppo Antonio De Luca ha voluto attaccare invece Cateno De Luca, che inizialmente ha inneggiato alla sua correttezza e a quella del suo gruppo di deputati, e poi alla fine ha scelto di non votare insieme ai suoi deputati.
Secondo Antonio De Luca è stata proprio la mancanza di questi 8 voti a determinare la bocciatura dell’emendamento e quindi a portare alla conferma dell’adeguamento Istat in Sicilia. Questa mossa è stata vista più come una propaganda politica senza però esserci l’intenzione reale di voler abrogare la norma.
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