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Alla vigilia di Expo 2015, molta attenzione c’è sui possibili rischi per la sicurezza. La vigilanza è stata portata ai massimi livelli e c’è stato l’intervento dello stesso Consiglio dei Ministri, che ha autorizzato l’uso della Protezione Civile e del personale militare, in modo che tutti quanti possano garantire un supporto operativo necessario allo svolgimento dell’esposizione universale. In particolare il comitato di analisi strategica antiterrorismo sta valutando tutte le minacce possibili, per riuscire a stabilire le strategie da adottare.
I possibili rischi sono da molti lati, gli anarchici, i movimenti per la casa, i movimenti oppositori in generale. Alcune minacce sarebbero state già individuate, a partire dal corteo per il giorno d’apertura, e in rete si parla dell’arrivo di persone non segnalate anche dall’estero.
Expo così sicuro?
Le misure di sicurezza sono state rafforzate soprattutto nei luoghi più affollati, come la metropolitana, e nei luoghi simbolo del capoluogo lombardo, la Scala, la Borsa, il Duomo, che potrebbero essere teatri di azioni ad alto impatto mediatico. C’è poi il discorso della tutela dei padiglioni dei Paesi che sono più minacciati, come, ad esempio, Israele. In questi casi la sicurezza va garantita quotidianamente. Le forze di intelligence, della Polizia italiana e i servizi degli altri Paesi partecipanti all’esposizione collaborano da tempo con scambi di informazioni.
Non si potrebbe e non si dovrebbe affatto improvvisare un sistema di sicurezza che lascia intravedere delle falle. Non soltanto perché Expo 2015 sarà un grande evento che è già famoso a livello internazionale. Non si tratta solo di una questione di immagine per il nostro Paese. E’ innanzitutto una questione di protezione. Se si riscontrano dei possibili problemi con la gestione della sorveglianza affidata a società private, si dovrebbero adottare tutte quelle precauzioni perché tutto questo non succeda. Il nostro Paese rischia davvero grosso, specialmente con le minacce dei terroristi in agguato. L’attentato a Parigi presso la redazione di Charlie Hebdo dovrebbe servire da memoria, soprattuto per poter creare tutte quelle condizioni utili in termini di prevenzione. Vogliamo commettere sempre gli stessi errori?
I sistemi di sicurezza dell’Expo
Per l’Expo sono stati messi in atto diversi sistemi di sicurezza. Non si tratta soltanto di dover passare “ai raggi x” le automobili, ma di vedere di preciso che cosa possano contenere borse e zaini. Sono previsti anche degli apparecchi chiamati “sniffer”, ai quali verranno sottoposti i bagagli dei turisti, in modo da rilevare l’eventuale presenza di esplosivi. Previsti altri strumenti per trovare metalli e, se dovesse scattare l’allarme, ci saranno degli addetti con metal detector portatili, per una seconda verifica.
La “cittadella” dell’Expo sarà sorvegliata da 2.500 telecamere, avrà una recinzione alta 3,15 metri e il ciclo di vigilanza sarà continuo, anche di notte, quando potranno entrare fino a 950 camion per rifornire gli stand. Un vasto impiego di uomini, di macchine a raggi x, di sistemi controllo di targhe, anche per far passare gli addetti alle pulizie o alla manutenzione. Il Governo ha messo a disposizione 126 milioni in due anni e il piano si allargherà anche sull’intera città, sugli aeroporti, sulle stazioni e sui possibili obiettivi dichiarati sensibili.
Il precedente del Tribunale di Milano
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Molte polemiche si sono avute sul sistema di sicurezza al Tribunale di Milano, il cui funzionamento è stato messo in discussione. Claudio Giardiello è riuscito ad entrare senza nessun problema, a portare con sé una pistola e a sparare a delle persone. Come è possibile che tutto questo sia accaduto? Quali sono state le falle al sistema di sorveglianza presente al Palazzo di Giustizia di Milano? Gli occhi sono tutti puntati su quell’ingresso riservato agli avvocati e ai magistrati, che non è dotato di metal detector. Qualche anno fa è stato tolto per lavori di ristrutturazione e poi non è stato più rimesso.
Ma c’è di più e la questione riguarda la gestione della sicurezza, che per la prima volta è stata affidata non soltanto alle guardie giurate armate, ma anche a personale senza armi, facente capo ad una società privata, la stessa che si occuperà di gestire la sorveglianza all’Expo 2015.
La gestione della sicurezza al Tribunale di Milano è stata soggetta ad una gara che ha comportato varie difficoltà per l’assegnazione dell’incarico. Il tutto ha avuto un valore di 8 milioni e 200mila euro. Il bando di gara è stato fatto nel 2010 e a vincere l’appalto è stato un reclutamento di imprese comprendente la Gf Protection, la Uniondelta, la Sicura e la All System srl. Proprio quest’ultima è riuscita ad aggiudicarsi anche un appalto molto importante, che riguarda il controllo e la gestione degli accessi ad Expo, un affare da 20 milioni di euro.
All’interno del Tribunale il personale deputato al controllo si è dimezzato e ci furono varie polemiche. Non è mancato nemmeno un ricorso al Tar, che fu rigettato. L’episodio della sparatoria ad opera di Claudio Giardiello getta ombre non affatto rassicuranti sulla possibilità che una società privata abbia di gestire la sicurezza nell’ambito di luoghi importanti, all’interno dei quali si raccolgono numerose persone.
Di certo l’Italia non ha potuto contare su una bella figura nemmeno a livello internazionale, perché se un singolo uomo, con metodi alquanto rudimentali, è riuscito ad introdursi e ad uccidere nel luogo in cui si amministra la giustizia, figuriamoci che cosa potrebbero fare eventuali terroristi. Le minacce di terrorismo all’Italia esistono davvero e proprio l’approssimarsi dell’Expo non fa prospettare nulla di buono.