La guerra contro le multinazionali, le banche e il potere finanziario dei gruppi antagonisti europei ha una seconda meta in calendario: Milano. E’ previsto l’arrivo di duecento attivisti che inizieranno una settimana di proteste a sfociare venerdì 1 maggio, in previsione dell’inaugurazione dell’Expo 2015, in una vera e propria guerriglia. Molti di questi sono già giunti nel nostro Paese e stanno occupando appartamenti, magazzini dismessi e capannoni nella periferia milanese. Lo scorso 18 marzo a Francoforte, in occasione dell’inaugurazione della Banca Centrale Europea, i membri dei gruppi di attivisti più violenti hanno pianificato tutto e la protesta potrebbe avere inizio con azioni mirate ed assalti contro obiettivi nel centro città come in periferia.
Fra i membri del gruppo, molti hanno preso parte alla violenta manifestazione che un mese e mezzo fa ha scatenato l’Inferno in Germania. Oggi, in occasione della manifestazione per i 40 anni dall’omicidio del militante del Fronte della Gioventù Sergio Ramelli, assassinato nel 1975 da esponenti della sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia Operaia, potrebbero manifestarsi le prime avvisaglie della presenza dei gruppi antagonisti in città. Un’altra occasione per dare sfogo alla protesta è ipotizzabile anche durante il corteo No Expo organizzato da Cobas assieme a numerosi gruppi di contestatori pacifici previsto per il 1 maggio, soprattutto perché secondo le relazioni trasmesse ai vertici degli apparati di sicurezza questi protestanti sarebbero stati sopraffatti dai loro membri più violenti, ai quali potrebbero aggiungersi quelli dei gruppi europei.
La strategia di chi protesta, intuita attraverso le attività di prevenzione, sarebbe compiere azione contemporanee in diverse zone per sfuggire ai controlli della polizia e causare più danni possibili. Il Teatro alla Scala di Milano, dove questo venerdì sera andrà in scena la Turandot, pare che sia un obiettivo molto gettonato dai duecento attivisti che stanno arrivando da tutta Europa e le Forze dell’Ordine si stanno già organizzando per lo schieramento a scopi preventivi.
C’è tensione nell’aria milanese, soprattutto dopo le notizie di questi giorni che riportano nei dettagli l’arsenale ritrovato in due case occupate da un gruppo di 26 ragazzi di nazionalità europea, alcuni senza documenti, in zona Giambellino. Fra materiale per fabbricare molotov, caschi e maschere antilacrimogeno, si può evincere quali fossero le intenzioni del gruppo di giovani appartenenti al gruppo di estrema sinistra Solidarietà Popolare. Secondo Angelino Alfano le perquisizioni attuate dai Digos sono “a prova che il sistema di prevenzione funziona. Nessun Paese è a rischio zero. Queste operazioni fanno chiaramente capire che lo Stato è più forte di chi lo vuole contrastare”, ha dichiarato il Ministro dell’Interno.
Misure di sicurezza
2.600 persone a rinforzo dei reparti già coinvolti per garantire la sicurezza dei visitatori durante i sei mesi dell’Expo, questa la decisione del Viminale, che ne invierà altre 2.000 a presidiare e se necessario militarizzare Milano. La situazione, insomma, è indubbiamente tesa.
Il capo della Polizia Alessandro Pansa si sta occupando da diverso tempo per poter prevenire qualsiasi forma di disordine pubblico che potrebbe verificarsi durante l’Expo, ed ha voluto riunire le forze dell’ordine italiane, europee e dei Balcani in particolare. Fra gli obiettivi primari anche quello di intercettare per tempo i gruppi segnalati come “violenti” in arrivo in Italia per partecipare alle manifestazioni No Expo.
Il pensiero vola subito alla questione della sicurezza in Expo, che è stata affidata alla società privata All System Srl in seguito ad una gara di appalto, ma anche alla reale possibilità che l’Italia diventi oggetto di attentati perpetrati per mano dell’Isis.