Una sigaretta elettronica difettosa è costata la vita ad un ragazzo di 24 anni. William Brown, texano di Fort Wort, stava tornando a casa dopo avere fatto qualche commissione. Prima di rientrare si è fermato in un negozio di sigarette elettroniche per acquistarne una. Rientrato in macchina ha deciso di provarla ma alla prima svapata la ecig è scoppiata e i frammenti hanno investito la bocca e la gola di William. Prima di accasciarsi William è riuscito a scendere dal veicolo per chiedere aiuto, ma è deceduto nel giro di pochi secondi.
Il giovane è morto dissanguato a causa di una scheggia che gli ha tranciato di netto la carotide. Il medico legale della contea di Tarrant ha stabilito che la morte è stata causata da un “trauma penetrante dovuto all’esplosione della penna vaporizzatore”.
Il padre di William, Steve Brown, ha ricordato il figlio in un’intervista al Washington Post: ”Era un ragazzo davvero dolce. E negli ultimi 25 anni non erano mai passati più di due giorni senza che ci parlassimo”.
Negli ultimi anni i giornali hanno parlato di diversi casi di sigarette elettroniche malfunzionanti: nel 2018 una persona è morta con il cranio trafitto dalle schegge di una ecig esplosa, l’anno prima un giovane dell’Idaho aveva riportato terribili ustioni alla bocca. Nel 2018 a Fresno, California, un uomo è finito in ospedale perché la sigaretta elettronica gli è esplosa in tasca.
In una nota l’ANAFE, l’Associazione Nazionale Produttori Fumo Elettronico, invita a non creare allarmismi e a non criminalizzare le sigarette elettroniche, meno dannose delle sigarette tradizionali, spiegando che gli eventi riportati dalla stampa sono casi limite imputabili con ogni probabilità a prodotti non a norma: “Quanto accaduto è un caso isolato, sul quale tuttavia è bene fare piena luce a tutela anzitutto dei consumatori. Con ogni probabilità si è trattato di un prodotto non a norma la cui commercializzazione non è consentita in Italia. Le sigarette elettroniche oltre ad essere prodotti estremamente sicuri sono – così come sottolineato da gran parte della comunità scientifica, a cominciare dalle autorità sanitarie della Gran Bretagna – del 95% meno rischiose per la salute rispetto alle sigarette tradizionali”.