Prosegue la campagna vaccinale nel nostro Paese, tra problematiche e ritardi. A rassicurare, però, sul suo pieno svolgimento è Pier Paolo Sileri. Il sottosegretario alla salute, intervenuto oggi, giovedì 25 marzo, a Skytg24, ha detto che a metà aprile “arriveremo a 500mila dosi quotidiane” di vaccino anti Covid. Infatti, oltre ai tre vaccini già presenti in Italia, da metà aprile arriverà nel nostro Paese anche Johnson & Johnson e “quel mezzo milione di dosi quotidiane verranno garantite ai nostri cittadini”.
Precendenza ad anziani e soggetti più fragili
Sileri, inoltre, ha ricordato che, ad oggi, sono “10 milioni le dosi distribuite in Italia” e che sono “quasi 9 milioni le prime dosi somministrate”. Come spiegato dal sottosegretario, inoltre, sono circa 3 milioni i cittadini fragili e anziani vaccinati nel nostro Paese. Adesso bisognerà “cercare una uniformità per non creare nemmeno disparità”.
“Non è possibile che in alcune Regioni gli anziani abbiamo avuto accesso al vaccino e in altra si sia ancora indietro” ha spiegato Sileri. E ha aggiunto: “Così come in alcune Regioni vi sono delle aree in cui vi è una difficoltà di prenotazione. Spesso si tratta di mal comunicazione o impossibilità di eseguire la prenotazione, ma si tratta di numeri che stanno crescendo a vista d’occhio”.
Sileri: “Dubito che si possano imboscare 29 milioni di dosi”
Sileri si è poi soffermato sulla vicenda di Anagni, dove sono state trovate oltre 29 milioni di dosi del vaccino prodotto da AstraZeneca, e ha detto: “Ho saputo ieri dalla stampa durante un’intervista e ho risposto: dubito che ci possano essere 29 milioni di dosi imboscate, fosse anche una sola dose sarebbe sbagliato. Ad Anagni il vaccino veniva messo all’interno delle fiale. Vuol dire che l’Italia ha la capacità di poter mettere il vaccino nelle fiale che poi vengono mandate in Belgio e distribuite altrove. Bisogna che vi sia chiarezza in tutto questo percorso”.
Il mancato coordinamento tra Stato e Regioni
Tornando, come sottolineato ieri in Senato anche dal premier Mario Draghi, sul mancato coordinamento tra Stato e Regioni sulla campagna vaccinale, Sileri ha spiegato: “Partiamo da un peccato originale che fu fatto per la massima precauzione limitando AstraZeneca a coloro che erano sotto i 55 anni e questo accadeva i primi di febbraio”.
E ha continuato: “Poi AstraZeneca è stata portata a 65 anni e poi è stata liberata e indicata per tutti. Questo ha creato due binari paralleli: due opzioni di vaccini, uno Pfizer e l’altro Moderna, per gli anziani e fragili, e un vaccino per soggetti più giovani e in buona salute”.
Secondo Sileri, quindi, si è creato un binario parallelo, in cui le Regioni hanno iniziato a somministrare il vaccino AstraZeneca ai più giovani e, ad esempio, al personale scolastico.
“Una volta che hai iniziato a fare queste somministrazioni di prima dose, poi dovrai dare anche la seconda. Poi cambia, arrivano più dati di AstraZeneca, si vede che funziona e quindi si può somministrare a tutti gli altri, ma si deve finire la seconda dose per quelli prima”.
Il sottosegretario alla Salute ha così spiegato che, con questo meccanismo: “Ancora oggi alcune Regioni devono completare la seconda dose per quelle categoria che aveva iniziato prima con AstraZeneca, somministrata a persone che sono in ottima salute”. E ha precisato che adesso è stato realizzato un documento “con le 5 categorie da rispettare e ora è necessario attenersi a quel documento che parte proprio dalle persone più fragili”.