La prestigiosa rivista scientifica Nature ha selezionato undici scienziati, tra i quali due ricercatori italiani, su 500 profili esaminati e li ha citati nell’articolo “Il mondo ai loro piedi“. Si tratta di Silvia Marchesan, dell’università di Trieste, e Giorgio Vacchiano della Statale di Milano. I ricercatori citati dalla rivista “stanno lasciando il segno nella scienza”, si ribadisce nell’articolo pubblicato il 19 settembre.
Silvia Marchesan, professoressa associata del dipartimento di Chimica organica dell’università di Trieste, è stata segnalata dalla rivista Nature al sesto posto.
Mamma di un bimbo di 4 anni, si è laureata a Trieste nel 2004 per poi frequentare il dottorato in Chimica a Edimburgo. Al termine del quale ha seguito un percorso di ricerca a Londra, in Finlandia, Australia. Dopo essere tornata in Italia nel 2013, nel 2015 ha ottenuto i fondi per il progetto Sir del Miur che le ha permesso di aprire un suo laboratorio all’Università di Trieste. Tra le sue attività ricordiamo lo sviluppo di un idrogel composto da proteine autoassemblanti, utile per riparare i tessuti del corpo e rilasciare farmaci per malattie neurodegenerative, una metodologia poco costosa e molto efficace
Giorgio Vacchiano, 38 anni, è ricercatore del Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’Università degli Studi di Milano, diretto dal professor Osvaldo Failla. Si occupa di Assestamento Forestale e Selvicoltura. La sua ricerca interessa soprattutto la gestione forestale e la capacità di resistenza e resilienza delle foreste ai cambiamenti climatici e agli incendi boschivi delle foreste temperate europee. Prima di arrivare alla Statale nel febbraio 2018 ha lavorato per oltre un anno sulla modellazione forestale per la Commissione europea. Nella classifica dei migliori scienziati emergenti al mondo selezionati da Nature è 11esimo.
I primi tre selezionati nella ricerca della rivista scientifica Nature sono Dane deQuilettes, del Massachusetts institute of technology – citata per i suoi studi su come ridurre il costo dell’energia solare con la perovskite – Sarah Garfinkel, dell’università del Sussex – per il suo studio su come il corpo muove la mente – e Binghui Ge, dell’Accademia cinese delle scienze, per la sua ricerca sulla microscopia a elettroni.
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