La Terza sezione penale della Corte di Cassazione conferma l’interdizione dai pubblici uffici per due anni per Silvio Berlusconi. La decisione, presa dopo 5 ore di camera di consiglio, è stata adottata per quanto riguarda la pena accessoria nell’ambito del processo Mediaset.
“Prendiamo atto con grande amarezza della decisione della Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione. Come abbiamo detto nel corso dell’udienza di oggi, avremmo ritenuto quantomeno necessario un approfondimento presso la Corte Europea di Strasburgo“. Lo dichiara l’avvocato Niccolò Ghedini, difensore di Silvio Berlusconi.
Con la decisione della Cassazione (che ha confermato l’interdizione dai pubblici uffici per due anni), non soltanto Silvio Berlusconi non potrà candidarsi alle elezioni, ma per due anni non potrà nemmeno esercitare il diritto di voto.
Berlusconi era stato condannato a 4 anni di reclusione, di cui 3 tagliati dall’indulto. La pena accessoria dell’interdizione era stata fissata in 5 anni. La Cassazione aveva poi rinviato alla Corte d’appello il compito di ridefinire la pena accessoria, che è stata ridotta a 2 anni.
La sentenza principale ha condannato Berlusconi per frode fiscale, falso in bilancio, appropriazione indebita, creazione di fondi neri gestendo i diritti tv di Mediaset.
“L’ineleggibilità derivante dalla interdizione dai pubblici uffici non sostituisce l’incandidabilità, ma si aggiunge ad essa”, spiega il presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, Dario Stefano, a proposito della sentenza della Cassazione sul caso Mediaset “che – prosegue Stefano – ha confermato il ricalcolo effettuato dalla Corte d’Appello di Milano il 19 ottobre scorso relativo alla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici di Silvio Berlusconi, nei termini di due anni. Ciò significa che nei prossimi due anni egli non godrà del diritto di elettorato attivo e passivo“.