La storia che non ti aspetteresti. Il simbolo della Peugeot, il famoso leone, ha un’origine diversa da quanto si potrebbe immaginare; fuori dal mondo dell’automobile, slegata almeno inizialmente ai luoghi di produzione e del tutto estranea all’astrologia (come invece fu il caso di Lamborghini e Abarth, legate al segno zodiacale del fondatore).
E’ noto che le industrie Peugeot nacquero molto prima che la stessa automobile venisse inventata, quando perfino il treno era agli esordi. Dobbiamo risalire al 1810, in era napoleonica; i fratelli Jean Pierre e Jean Frédéric Peugeot crearono la Peugeot Frères, trasformando la macina ereditata dal padre in una fonderia. Nel corso degli anni l’azienda ebbe notevole successo nella produzione di utensili in acciaio. Il primo simbolo del leone venne elaborato nel 1847. Raffigurava il felino che cammina su una freccia; questo a simboleggiare la robustezza degli utensili ma anche la flessibilità delle loro lame.
Passano i decenni. L’automobile irrompe sulla scena evolutiva. Nel 1890, su impulso di Armand Peugeot, viene prodotta la prima auto Peugeot a motore a scoppio, la Type 2, che montava un motore Daimler. Nel 1905 troviamo il primo leone sulla calandra di una vettura; è sempre il felino che cammina su una lama, però scompare la punta della freccia e il simbolo è incastonato in una struttura molto complessa, dorata.
Nel 1923 il leone diventa una vera e propria scultura bronzea, opera dello scultore Baudichon, che gli appassionati montavano sul cofano delle proprie Peugeot. Nel 1933 si passa alla scultura cromata: la testa di un leone che ruggisce, dalla forma molto aerodinamica. Nel 1948 si passa ad uno scudo incastonato in un cerchio; il leone prende le somiglianze di quello che simboleggia la regione della Franca Contea, dove ha sede la fabbrica.
Nel 1955 lo scudo diventa uno scudetto; il leone resta rampante (la Ferrari non c’entra, è sempre il riferimento alla Franca Contea), su sfondo nero e in alto la scritta Peugeot. Radicale cambio di fisionomia nel 1960, per il lancio della 404. Del leone resta la sola testa con folta criniera dorata, in rilievo. Nel 1968 sparisce lo scudetto e la testa del felino diventa libera e più spigolosa.
Altra novità radicale nel 1975: torna il felino intero, rampante, inserito in un quadrato nero ma con la zampa d’appoggio che esce dalla base; l’animale è filiforme e sparisce il nome della marca.
Siamo al 1998, ancora una sostanziale modifica: via il quadrato, il leone conserva la posizione ma diventa pieno, argenteo e dai contorni scolpiti. L’aspetto attuale è del 2010: un restyling lo rende più moderno e le forme sono più morbide. Ma ruggisce e ruggirà sempre.