Un’azienda importante è generalmente identificata da un marchio immediatamente riconoscibile, che ne porta in giro per il mondo il nome e identifica i relativi prodotti. Quando si tratta di case automobilistiche il simbolo è particolarmente cruciale, perché l’automobile è fin dagli inizi stata associata ad un ideale di libertà che l’ha resa uno status symbol quando ancora somigliava ad una carrozza. Così è per la Maserati e per il suo tridente.
Il 1° dicembre 1914 a Bologna venne aperta un’officina specializzata nel preparare per le competizioni stradali le auto di lusso della Isotta Fraschini. Alfieri Maserati era il fondatore di quell’azienda, assistito dai fratelli Ettore ed Ernesto.
Dopo la prima guerra mondiale Alfieri Maserati entrò direttamente nel mondo delle corse come pilota, inizialmente sempre al volante delle Isotta Fraschini. Fu solo nel 1926 che Alfieri cominciò a correre con auto interamente fabbricate dalla Maserati. Il primo modello fu la Tipo 26.
Il simbolo scelto per decorare e identificare le vetture richiamava Bologna ma non apparteneva all’araldica della città, come ad esempio il biscione milanese dell’Alfa Romeo o il giallo di Modena sullo sfondo del cavallino Ferrari.
Qui l’origine era prettamente artistica. Fu scelto un tridente come omaggio alla Fontana del Nettuno del capoluogo felsineo. Questa statua molto grande è soprannominata dai bolognesi “il gigante”. Il monumento sorge nella piazza omonima, aperta nel 1564. Il Nettuno fu invece completato nel 1565. Piazza e statua furono volute da Carlo Borromeo, il quale voleva dare lustro alla figura nel nuovo papa Pio V, suo zio. La statua, in bronzo, fu creata dallo scultore fiammingo Jean de Boulogne di Douai.
La scelta del tridente come simbolo Maserati fu suggerita da un amico di famiglia, il marchese Diego de Sterlich, perché richiamava l’idea di potenza e regalità. Il tridente fu disegnato da un altro fratello di Alfieri, Mario. Nel corso dei decenni è rimasto sostanzialmente immutato, salvo alcuni ritocchi per adeguare lo stile ai tempi.
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