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Simboli delle case automobilistiche: lo scorpione dell’Abarth

Lo scorpione più famoso del mondo, automobilisticamente parlando: Abarth. Un simbolo che nell’ambiente delle quattro ruote, soprattutto italiano, è associato a prestazioni brillanti, a macchine “truccate”, alla passione per l’elaborazione e alle competizioni. Una storia relativamente recente che parte dal 1949. Ripercorriamo le origini di questo marchio.

Il fondatore di questa azienda, Karl Albert Abarth, nacque nel 1908 a Vienna. Il padre Karl, ufficiale nell’esercito austriaco, dopo la prima guerra mondiale si trasferì nella nativa Merano, dove aveva un albergo. Il figlio invece rimase a Vienna con la madre. Negli anni Venti divenne pilota motociclistico, dove mostrò doti interessanti di bravura, uniti alla competenza tecnica che gli faceva migliorare i mezzi elaborandoli.

Un incidente gli stroncò questa carriera, così passò ai sidecar, dove vinse parecchie gare. Dopo l’annessione dell’Austria alla Germania nazista, anche Karl si trasferì a Merano, dove corse con i colori italiani. Ma nel 1939 un secondo grave incidente lo costrinse ad abbandonare definitivamente l’attività di pilota.

Dopo alcuni anni trascorsi in Jugoslavia, nel 1945 Karl si stabilì definitivamente a Merano e riuscì ad ottenere la cittadinanza italiana, diventando Carlo. Amico di Ferry Porsche, cominciò a lavorare con lui alla Cisitalia. Ma nel 1949 l’azienda fallì. Abarth ricevette come saldo delle proprie spettanze alcune vetture del reparto corse. Così si mise in società col pilota Guido Scagliarini e fondò a Torino l’azienda che portava il proprio nome. Cominciò come scuderia sportiva, dove tra i piloti c’era un certo Tazio Nuvolari. Il resto è storia.

Il simbolo dello scorpione ha un’origine molto semplice: era il segno zodiacale di Carlo. Fu scelto come marchio anche perché egli voleva qualcosa di facilmente riconoscibile e difficile da imitare.
Inizialmente lo stemma era composto solo dallo scorpione libero e dalla scritta “Abarth e C. – Torino”. Nel 1954 il tutto venne racchiuso all’interno di uno scudetto il cui sfondo era in due colori, rosso e giallo, tonalità tipiche del mondo delle competizioni.

Il simbolo è rimasto sostanzialmente invariato, anche dopo l’acquisizione dell’azienda da parte della Fiat nel 1971. L’ultimo restyling è del 2007, ad opera di Carré Noir. E’ stata aggiunta una banda tricolore per sottolineare il Made in Italy, inoltre lo scorpione è stato leggermente ruotato per collocarne la testa e le chele nella parte gialla e il resto in quella rossa.

Roberto Speranza

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