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Era il 23 ottobre 2011, a Sepang, in Malesia, un ragazzo semplice, dai valori forti e ben impressi nella mente, venne rapito dal cielo mentre faceva quello che amava di più. Marco Simoncelli ci ha lasciato quattro anni fa dopo un brutto incidente sulla pista malese, da quel giorno, ogni motociclista ed appassionato lo ricorda con una “sgasata” o con una battuta, proprio come Sic, così lo chiamavano tutti, era solito fare.
Un ragazzo come tanti, spontaneo, simpatico, irriverente, a volte strafottente e cocciuto con quei capelli ricci, una criniera di capelli cosi non si era mai vista ed era riconoscibile a chilometri di distanza. Non era difficile capire da che parte stare, a me piace pensare che il pubblico, lo amasse, indipendentemente dalle prestazioni in pista. Spesso criticato per il suo modo di guidare, “troppo al limite”, “pericoloso” e “aggressivo” diceva qualcuno, la verità è che lui voleva vincere ad ogni costo, non avrebbe mai mollato in una gara, ha dato la sua vita per il motociclismo.
Amato dai giornalisti, dagli addetti ai lavori e dai tifosi di questo sport, Marco era ben voluto da tanti, magari non da tutti perché aveva quel carattere che si sintetizza in “o lo ami o lo odi”, ecco il Sic era proprio così. Nel paddock amava sfidare a carte colleghi e meccanici, che fosse tre sette o scopa poco importava, l’importante era giocare e divertirsi. La sua spontaneità era disarmante sia che lui fosse davanti o dietro una telecamera. Il suo “Diobò” (imprecazione scherzosa nel dialetto romagnolo) ha contagiato centinaia di migliaia di telespettatori e le sue battute nella rubrica di Paolo Beltramo erano spassose ed esilaranti. Le sue risposte pungenti e strafottenti a chi lo criticava non facevano che alimentare la capacità di entrare nei cuori dei tifosi.
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Marco se ne è andato, forse lo aveva annunciato, voleva arrivare sul podio più alto e cosi è successo, è stato un episodio che ci rimarrà impresso nella testa per sempre, noi non ti dimenticheremo mai Sic. Sulle pareti delle case di Coriano (dove viveva Marco, provincia di Rimini) viene ricordato e ringraziato per tutto quello che ha dato al motociclismo e alle persone che si emozionavano guardando quel ragazzone guidare e non mollare mai. Venerdì sera a Bologna ci saranno più di 500 moto che apriranno il gas e cercheranno di rombare il più possibile in ricordo di Marco per una raccolta fondi. Il Sic ha lasciato questo: altruismo, bontà d’animo e genuinità.
Il gran premio di Sepang, una tappa che Marco voleva vincere a tutti i costi. Nel 2008 Sic aveva vinto il titolo delle 250cc proprio sul tracciato malese, un circuito a due facce per lui, dal trionfo di qualche anno prima al tragico incidente che gli è costato la vita; Marco voleva ripetere la gara che lo consacrò in 250 e per questo non ha lasciato andare la moto, scivolando cosi sulla ghiaia, non voleva mollare sul tracciato che lo incoronò campione del mondo, voleva dimostrare a tutti che poteva fare la differenza e per uno strano caso della vita, Simoncelli ha fatto, fa e farà sempre la differenza.
Grazie di tutto campione, non ci stancheremo mai di ricordarti.
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