Svolgere le prove per il concorso straordinario degli insegnanti proprio dentro le aule scolastiche esporrebbe a un rischio troppo elevato il personale precario della scuola e, per questo, sarebbe bene sospenderle.
Si riassume così la lettera scritta da cinque segretari generali dei sindacati, Francesco Sinopoli (Flc-Cgil), Maddalena Gissi (Cisl), Pino Turi (Uil), Elvira Serafini (Snals-Confsa) e Rino Di Meglio (Gilda) e inviata ai gruppi parlamentari della Camera e del Senato per chiedere la sospensione delle prove per il concorso straordinario.
Il Parlamento, per i segretari, può “promuovere un più complessivo ripensamento su una procedura che, se nell’immediato si rivela unicamente un fattore di ulteriore stress per le scuole, meriterebbe comunque di essere riconsiderata alla luce di quanto avvenuto anche in altri settori della Pubblica amministrazione, mettendo in atto percorsi di stabilizzazione per titoli e prova orale che consentirebbero di garantire l’assunzione in forma stabile di quei precari già oggi impegnati in cattedra con serietà e professionalità al servizio del nostro sistema di istruzione“.
Non tarda ad arrivare la replica della ministra all’Istuzione, Lucia Azzolina. “Il concorso straordinario si svolgerà in assoluta sicurezza grazie alla distribuzione territoriale e alla scansione temporale della prove non ci sarà assembramento né concentrazione dei candidati al di là di quello che qualcuno dice in modo strumentale. Saranno concorsi seri, selettivi. Serve una verifica concorsuale che selezioni chi merita di insegnare; le famiglie chiedono docenti preparati“, le sue parole.
Sulla questione è intervenuto anche Matteo Orfini, parlamentare del Partito Democratico, che su Facebook scrive: “Oggi tutti i sindacati unitariamente hanno chiesto una pausa di riflessione sul concorso della scuola”, le sue parole.
E ancora: “Lo hanno fatto con motivazioni serie e puntuali. Sono quelle che hanno provato a esporre in questi giorni migliaia di precari. È noto quello che penso su questo concorso e su quanto sia sbagliato e inopportuno immaginare di svolgerlo in piena pandemia ad anno scolastico in corso. È noto che avrei preferito una procedura diversa per la stabilizzazione di tanti lavoratori che da anni tengono in piedi la nostra scuola“.
Per Orfini, però, non è tanto importante quale sia il suo pensiero ma che “oggi il mondo della scuola chiede di ricevere l’attenzione che merita“.
Non solo i sindacati hanno alzato la voce con la ministra. Anche l’Associazione nazionale dei presidi ha scritto una lettera. Per loro “è estremamente difficoltosa la gestione delle misure necessarie a garantire la prosecuzione delle attività didattiche in sicurezza“, sostengono.
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