Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, sembra aver deciso di aprire le porte al presidente della Siria, Bashar al-Assad. Un’affermazione che ha stupito dato gli attriti degli ultimi dieci anni tra i due leader.
I media siriani sono concentrati in queste ore sulle dichiarazioni di Erdogan in merito al capo di Stato siriano Assad. Tra i due da oltre 10 anni si protrae un conflitto fatto di accuse reciproche e questioni irrisolte. Questo nuovo scenario che si apre tra Turchia e Siria emerge durante gli attacchi turchi effettuati nel nord della Siria e imputati al partito curdo Pkk.
Proprio Erdogan in prima persona, non appena giunto sul luogo dell’attacco terroristico ad Istanbul, aveva affermato che qualsiasi organizzazione sarebbe emersa come responsabile non sarebbe rimasta impunita. Le indagini delle autorità turche hanno portato al nome dell’attentatrice soltanto 24 ore dopo il loro inizio e l’indiziata è stata trovata nella sua abitazione abituale. Un contesto che ha creato dissapori internazionali ma che per la Turchia equivale alla possibilità di poter attaccare il territorio curdo autonomamente. Il Kurdistan è da tempo nel mirino del presidente turco.
I rapporti tra Siria e Turchia sono tesi e conflittuali da molti anni, questo è soprattutto da imputarsi al capo di Stato turco che ha ripetutamente cercato di togliere Assad dal comando della Siria. A sua volta il capo di Stato siriano non vede di buon occhio il leader turco che ha ripetutamente attaccato il nord della Siria per colpire obiettivi definiti come strategici per il Partito dei Lavoratori curdo.
La Siria è stata a lungo devastata dalla guerra civile e interna allo stato. I conflitti interni nascono perché nella ridefinizione dei confini del Medio Oriente da parte dei popoli occidentali sono confluite all’interno della Siria religioni e influenze politiche differenti e ciò ha comportato ulteriori attriti tra popoli in realtà già in tensione per vicende precedenti. Il governo siriano ha tentato di stabilizzare il Paese ma nel mentre si stavano sviluppando milizie ribelli che contrastavano il governo siriano ritenuto poco influente, che lo hanno combattuto creando guerriglie ripetute e una guerra civile che ha portato a centinaia di migliaia di morti.
La Turchia in tutto ciò ha sempre sostenuto i gruppi ribelli piuttosto che il capo di Stato Assad e questo ovviamente ha creato i dissapori che si sono trascinati fino a un passato più recente. La questione del Kurdistan è sicuramente influente nei dissapori che esistono tra Erdogan e Assad e questo dipende anche dagli alleati che si sono schierati con i curdi. Gli alleati storici delle forze militari ribelli curde quindi il Pkk e Pyg sono gli Stati Uniti che hanno fornito aiuto militare in quanto le forze curde hanno avuto un ruolo importante nella lotta all’Isis.
La Turchia ha ospitato tra l’altro milioni di rifugiati siriani che ha poi istruito militarmente e impiegato nella lotta contro i curdi ma anche nel conflitto in Libia. Erdogan ha fatto di tutto per abbattere il regime di Assad e ciò ha portato al deteriorarsi dei rapporti fra i due Stati confinanti.
I conflitti interni tra Siria e Turchia, che comprendono anche la questione del Kurdistan, si sono trascinati fino ad oggi anche se la situazione rispetto agli attacchi di qualche anno fa sembrava essersi ridimensionata. Questo fino all’attacco terroristico ad Istanbul del 13 novembre. Le autorità internazionali sono preoccupate di un’escalation turca nei confronti del Kurdistan ma anche per le popolazioni adiacenti la zona cuscinetto siriana.
Il capo di Stato della Siria Assad, anche durante le prime indiscrezioni emerse su un possibile riavvicinamento tra i due Stati circolate quest’estate non si è mai sbilanciato. L’unico che aveva dichiarato che un possibile riavvicinamento con Assad non era escluso ma anzi in futuro le nazioni avrebbero ripreso ad avere rapporti pacifici era stato proprio Erdogan.
In questa questione c’entrerebbe anche la Russia dato che sembra che Putin abbia spinto più volte il capo di Stato turco a riallacciare i rapporti con Assad e a cercare quantomeno di stabilire un rapporto pacifico per evitare ulteriori contrasti e favorire l’economia.
Oggi i media siriani parlano proprio di una dichiarazione fatta da Erdogan nei confronti di Assad che rende sempre più reale la volontà della Turchia di riavvicinarsi alla Siria. I media riportano le dichiarazioni di Erdogan che esprime chiaramente il suo intento di riuscire a trovare un punto comune per sotterrare il risentimento tra lui e Assad.
Il presidente turco ha affermato: “Un incontro con Assad è possibile. Non c’è alcun risentimento o amarezza in politica, prima o poi si faranno dei passi”. Questa affermazione avviene proprio dopo che Erdogan ha attaccato il nord della Siria che ha ritenuto base strategica del Pkk e mentre continuano le operazioni militari contro i curdi ritenuti di essere responsabili dell’attacco ad Istanbul. Ciò sembra mostrare la volontà del presidente turco di una pseudo alleanza per riuscire a contrastare efficacemente il popolo del Kurdistan.
Il gesto di Erdogan ha sollevato dubbi e domande in merito al reale fine di questa riapertura del dialogo tra Turchia e Siria. Ora basterà osservare le prossime mosse del leader turco per capire come mai abbia scelto di fare un passo avanti con Assad così inaspettato.
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