In Siria si registra un nuovo drammatico attacco chimico contro un villaggio centrale del Paese. Governo siriano e ribelli si accusano a vicenda della responsabilità di questa nuova aggressione. Secondo alcune fonti ci sarebbe anche un bambino tra le almeno sette vittime confermate. Ma le cifre sono molto discordanti tra loro. I ribelli siriani accusano il regime di un nuovo attacco con armi chimiche avvenuto il 27 marzo ad Harasta, nei sobborghi di Damasco. Questa volta sarebbero cinque i morti, oltre cento i feriti. L’emittente “Al Arabiya” ha pubblicato sul suo sito Web un video in cui si vedono bambini ricoverati in un ospedale improvvisato, e un adulto con bava bianca alla bocca. La paura del gas sarin torna, anche se secondo il quotidiano britannico “The Guardian”, un alto funzionario della difesa israeliana ha affermato che per questi nuovi attacchi chimici sarebbe stata utilizzata una sostanza industriale simile ai pesticidi.
Gli stessi del Fronte al Nusra sono accusati dalla tv di Stato siriano di aver usato gas in un altro villaggio, Kafr Zeita, vicino ad Hama, causando due morti e oltre 100 feriti. Secondo Rami Abdel Rahman, direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, vicino agli insorti, invece, “gli aerei del regime hanno bombardato Kafr Zeita con barili imbottiti di esplosivo che hanno prodotto fumo denso e forti odori e hanno causato casi di soffocamento e avvelenamento“.
Se negli attacchi di questa estate la responsabilità è stata di Turchia e ribelli, oggi lo scambio di accuse, come fu anche allora, è reciproco tra governo e ribelli. La tv di Stato accusa il Fronte al Nusra (il fronte di jihadisti nato in Siria alla fine del 2011) di aver usato gas cloro a Kfar Zeita nella provincia di Hama, nel centro della Siria, causando due morti e oltre 100 feriti. Questo attacco chimico sarebbe il secondo in 24 ore. Venerdì scorso, fonti delle forze dell’opposizione siriana avevano denunciato l’attacco con gas che sarebbe stato compiuto dalle forze del regime di Bashar Assad ad Harasta, sobborgo di Damasco.
Secondo i comitati locali della Coalizione nazionale siriana, il fronte dell’opposizione riconosciuto in Occidente, l’attacco sarebbe stato condotto da forze del regime o milizie alleate. Uno scenario simile a quello del 21 agosto scorso, quando a Ghouta, altro sobborgo di Damasco, furono uccisi oltre trecento civili. Ma anche qui la colpevolezza del regime non è mai stata provata, e il premio Pulitzer Seymour Hersh ha recentemente puntato il dito, in una sua inchiesta indipendente, contro i servizi segreti turchi e gruppi di ribelli estremisti.
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Proprio l’attacco a Ghouta, e il quasi intervento occidentale in Siria, che era fortemene avallato dagli Usa, quindi dalla Nato, hanno portato all’accordo per lo smantellamento dell’arsenale chimico siriano, sotto la supervisione dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, che si è già detta pronta a indagare sui nuovi episodi. Lo smantellamento, secondo l’Organizzazione, dopo un inizio molto lento, ora ha accelerato ed è stato consegnato il 50% della armi chimiche stoccate dal regime. Saranno distrutte nel porto di Gioia Tauro da una nave specializzata americana.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, violenti combattimenti continuano dalla scorsa notte ad Aleppo tra le forze del regime siriano e i combattenti del Fronte al-Nusra e del Fronte islamico nei pressi di una base dell’intelligence militare nel quartiere di Al-Zahraa e nella zona di Al-Layramoun. Per l’Osservatorio siriano per i diritti umani, Ondus, basato a Londra, le vittime in due giorni, in tutta la Sira, sarebbero 266: 45 civili, 59 ribelli siriani e 33 stranieri, 53 soldati governativi e altri tra forze filo-regime, come Hezbollah, e filo-ribelli.
Numeri diversi sono riportati dalla tv di Stato siriana: due morti e oltre 100 feriti sarebbe il bilancio dell’ultimo attacco con gas clorino per il quale è stato accusato il Fronte al-Nusra, gruppo legato ad al-Qaeda che combatte a fianco dei ribelli. La tv inoltre accusa al Nusra di star preparando altri attacchi nella provincia di Idlib a Nord, senza però citare alcuna fonte.
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L’Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce di persone soffocate e con evidenti problemi respiratori, attribuendo però la paternità dell’attacco al governo di Assad: “Aerei del regime hanno bombardato Kafr Zita con ordigni che hanno prodotto fumo denso e forti odori e hanno causato casi di soffocamento e avvelenamento“, ha riferito il direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdel Rahman. In un video amatoriale pubblicato su internet da attivisti dell’opposizione si vede una stanza di ospedale di Kfar Zeita affollata di uomini e bambini, alcuni dei quali respirano attraverso maschere ad ossigeno. Nel filmato si vedono sei bambini su un letto. Alcuni sembrano avere difficoltà a respirare, altri piangono. Il video sembra autentico e corrisponde ad altre notizie di Associated Press sull’attacco.
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