[didascalia fornitore=”ansa”]Alcune delle piccole vittime dei bombardamenti a Ghouta Orientale in Siria[/didascalia]
Una nuova strage di bambini in Siria dove la guerra non accenna a placarsi, anche dopo la cacciata dell’Isis. Secondo le ultime notizie arrivate da Ghouta orientale, ultima enclave dei ribelli anti Assad e popolosa periferia alle porte di Damasco, nelle ultime 48 ore i bombardamenti del regime siriano di Bashar Al-Assad ha causato oltre 250 morti di cui almeno 60 sono bambini. Si tratta, riferiscono fonti umanitarie locali e internazionali, del più grave massacro di civili almeno dall’assedio di Aleppo Est in una zona che ospita almeno 400mila abitanti, già sotto assedio dal 2013. La situazione sta precipitando a causa dell’escalation voluta dal regime del dittatore siriano che ha preso a bombardare i civili, usando, secondo testimoni, le letali barrel bombs in una zona già piagata dalle armi chimiche.
A dispetto di quanto si poteva credere, con la sconfitta militare di Isis, la Siria è precitata in una spirale di violenza che pare senza fine, stretta tra i bombardamenti di Assad e quelli turchi ad Afrin, nel nord del Paese, contro i curdi, mentre Russia, USA, Iran e Israele cercano ognuna di ritagliarsi la loro parte di influenza.
[didascalia fornitore=”altro”]Ansa[/didascalia]
Ghouta, in particolare, è l’ultimo teatro di una strage di bambini e civili voluta dal regime siriano. Siamo in un’area nella periferia di Damasco, definita l’oasi della capitale per la produzione agricola e la presenza di verde che attirava gli abitanti della metropoli: qui vivono circa 400mila persone ma la zona è controllata dai ribelli siriani.
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Già 5 anni fa fu sottoposta ai bombardamenti di Assad con armi chimiche, registrando centinai di vittime. Da allora vive sotto assedio, ma ora il regime ha deciso di dare il colpo finale e ha ordinato bombardamenti a tappeto.
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Secondo gli operatori di White Helmets, volontari che assistono i civili fin dallo scoppio del conflitto siriano, sarebbero circa venti le aree colpite in tre giorni dagli aerei russi e siriani, con 400mila persone sotto attacco: nulla viene risparmiato, neanche gli ospedali, già allo stremo. “Duma, Kfar Batna, Ammuria, Harasta, Gesrin, Mestaba”, sono le città colpite nell’elenco di Mohammed Adam, operatore dei White Helmet contattato da Avvenire.
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L’enclave è sopravvissuta all’assedio grazie a una rete di tunnel sotterranei che ha permesso agli abitanti di ricevere cibo, acqua e medicine. Proprio nei tunnel ora si stanno nascondendo intere famiglie, ma i bombardamenti dall’alto hanno seminato il terrore nella popolazione, stretta tra la paura di morire sotto le bombe o interrata nei tunnel.
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