Ucciso in un raid aereo israeliano nei pressi dell’aeroporto di Damasco in Siria, Mustafa Badreddine, comandante militare di Hezbollah. A riportare la notizia sono i media locali. Mustafa Badreddine aveva 55 anni, era considerato dal governo americano il responsabile delle operazioni militari in Siria, dove combatteva a fianco delle truppe del presidente Bashar Assad.
Una indagine è in corso sull’origine dell’esplosione. In precedenza la tv libanese al-Mayadeen aveva riferito che il comandante era stato ucciso in un attacco israeliano. “Rifiutiamo di commentare”, ha dichiarato l’esercito di Israele.
Il deputato libanese Nawar al-Saheli, membro di Hezbollah, ha accusato Israele di essere responsabile dell’attacco che ha ucciso Mustafa Badreddine, indicando che il gruppo scitta intende rispondere “al momento opportuno”. Parlando alla tv al-Manar, controllata da Hezbollah, ha detto: “Questa è una guerra aperta e non dovremmo anticipare le indagini, ma certamente Israele è dietro questo fatto”. Badreddine era stato incriminato dal Tribunale Onu per il Libano in seguito all’omicidio dell’ex premier libanese, Rafik al-Hariri, Badreddine nel 2005, ma non si è mai presentato davanti ai giudici. Era stato condannato a morte in Kuwait per gli attentati del 1983, ma riuscì a scappare dalla prigione dopo l’invasione del paese da parte dell’Iraq di Saddam Hussein nel 1990.