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Categories: Tecnologia

Siti a luci rosse a rischio hacker: ecco come fanno a spiarti

E’ già accaduto: era il 2012 quando gli hacker hanno attaccano per la prima volta un sito specializzato in video a luci rosse e hanno rilasciato online migliaia di indirizzi mail e credenziali di accesso con cui ignari e incolpevoli ”guardoni” si erano connessi dai propri dispositivi. Su internet circolarono per giorni i documenti relativi a questo elenco. Ora, in un inchiesta pubblicata da Vice si spiega come è possibile.

Le pagine visitate sui portali di contenuti per soli adulti, potrebbero essere memorizzate e tracciate dagli hacker che potrebbero da un momento all’altro “dar vita ad un database in cui sarà possibile cercare chiunque via mail o Facebook e vedere la sua cronologia privata“. E a nulla servirebbe l’uso della navigazione protetta, la cosiddetta navigazione in incognito, che alcuni browser permettono agli utenti.

E’ ormai noto che navigando ciascuno di noi lascia delle tracce. L’ingegnere informatico Brett Thomas spiega: ”Ogni sito visitato salva numerosi dati che permettono di risalire all’account e persino al browser che usi. Questo immagazzina ogni informazione possibile su di te per identificarti mentre navighi nel web, linkando la stessa impronta ad un altro sito, che sia Facebook o il New York Times o Pornhub”. È il sistema usato dagli stessi siti per proporre pubblicità adatta agli utenti in base alle pagine già visualizzate.

Come fanno allora gli hacker a spiarti? E’ abbastanza semplice ripercorrere il percorso al contrario partendo dai siti visitati per risalire ai dati di ciascuno, specialmente se vi si lasciano email e password (per usare, ad esempio delle chat collegate al sito). Brett Thomas prosegue ”Basta che qualcuno risalga alle credenziali d’accesso usate per un solo sito che conosce il tuo nome e scopra gli accessi usati per una sola pagina vietata ai minori. Potrebbe così accedere alla lista dei siti porno visitati”.

E se in fondo in Italia guardare un film a luci rosse non è un reato, si evidenzia come sia comunque pericolosa questa mancanza di privacy: ”In paesi particolarmente conservatori, scoprire che qualcuno ha guardato un video porno gay potrebbe mettere a rischio anche la sua vita”.

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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