Il Milan è, di nuovo, in confusione totale. Il cambio sulla panchina, con l’esonero di Sinisa Mihajlovic e l’avvento di Cristian Brocchi, non ha cambiato i risultati. In tre gare, infatti, il Milan ha vinto, al debutto contro la Sampdoria, ha pareggiato con il Carpi e ha, drammaticamente, perso contro l’Hellas Verona, ultima in classifica.
La dimostrazione che le colpe del serbo Mihajlovic erano quasi inesistenti sono le due deludenti prestazioni contro Carpi e Verona, non certo Roma e Napoli. Brocchi è stato messo su una panchina difficile e bollente. Le aspettative erano e sono, tutt’ora nonostante i risultati, alte. La società è convinta di avere una rosa di qualità ma è evidente che a parte qualche buon elemento c’è davvero poco sui cui puntare.
Punto e a capo, di nuovo. Dopo alcune stagioni deludenti, aggiungiamone anche questa. Il ritorno in Europa non è ancora sicuro visto che il Milan è ad un solo punto dal Sassuolo. Arrivati a questo punto i neroverdi meriterebbero davvero di centrare il sogno Europa League. Al Milan, oltre al punto di vantaggio, rimane la finale di Coppa Italia che, però, difficilmente riuscirà a strappare ad una Juventus sempre affamata di vittorie e trofei. In caso di vittoria della Coppa il Milan andrà direttamente in Europa League, condannando la Fiorentina ai preliminari.
La verità, ancora una volta, è che la dirigenza rossonera non ha avuto la capacità di intervenire seriamente sul mercato. Le spese si sono rivelate esagerate per giocatori che hanno dimostrato di non valere la maglia che indossano e, classico all’italiana, le colpe sono ricadute sull’allenatore, prima Mihajlovic e adesso Brocchi. L’unica soluzione, forse, è che Berlusconi si decida ad “abdicare” per chiudere un’era ed aprirne una nuova.