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Una slavina si è abbattuta sull’hotel Rigopiano nel comune di Farindola, alle pendici del Gran Sasso, in provincia di Pescara. Nell’hotel sepolto dalla neve e da altri detriti sono rimaste imprigionate almeno 30 persone. I soccorsi, partiti nel tardo pomeriggio del 18 gennaio, sono arrivati sul luogo intorno alle 4,30 della mattina dopo, rallentati dal maltempo che imperversa nella zona. Lo scenario è descritto come apocalittico: ”Un tragico miscuglio tra un terremoto e una valanga”. Finora i corpi ritrovati senza vita sono tre mentre è stato individuato un quarto corpo. In azione ci sono unità cinofile che però non hanno rilevato segnali di vita all’interno della struttura, coperta da tonnellate di neve, sassi, alberi caduti e detriti
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(I dispersi nel disastro)
“Ero sceso per coordinare da Pescara le operazioni di soccorso per lo sgombero neve, poi la situazione alle 17 è precipitata. Per questo non ero lì”, racconta a Barbara D’Urso in collegamento telefonico per ‘Pomeriggio 5’ Bruno di Tommaso, direttore dell’Hotel Rigopiano, travolto dalla valanga. L’uomo è il nipote di Roberto Del Rosso, gestore del resort. “L’avevo sentito alle 16 – racconta Di Tommaso – attraverso messaggini, stavo aggiornando i ragazzi sulla situazione. Roberto era preoccupato per la tanta neve”. Al momento della valanga, racconta, all’interno c’erano 11 dipendenti dell’albergo e 24 ospiti. “Tutto lo staff era radunato al bar, mentre gli ospiti si trovavano nella hall perché stavano per andare via”, precisa il direttore dell’albergo.
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Intanto rimbalza anche sui social la notizia che gli ospiti del resort volevano andare via già nel primo pomeriggio, avevano pagato il conto dell’albergo e, con le valigie in mano, aspettavano lo spazzaneve alle ore 15. Che però non è mai arrivato. Le richieste di soccorsi, lanciate con urgenza, sono state raccolte in ritardo. Nel frattempo la slavina si è abbattuta sull’hotel Rigopiano e sulla gente che vi era all’interno.
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A raccontare l’accaduto è stato Quintino Marcella, la stessa persona che ha dato l’allarme chiedendo aiuto chiamando il centro di coordinamento della prefettura. L’uomo, infatti, nel pomeriggio del 18, intorno alle 17.30, è stato a sua volta raggiunto da una richiesta di aiuto via Whatsapp da parte di un suo amico, Giampiero Parete, ospite dell’hotel con la famiglia: “Ho ricevuto una telefonata dal mio cuoco che era lì in vacanza con la moglie e i bambini di 6 e 8 anni. Mi ha detto: è venuta una valanga l’albergo non c’è più, sparito, sepolto. Noi siamo in due, qua fuori, chiama i soccorsi, chiama tutti”. Ma dalla prefettura gli rispondono “Guardi ho chiamato due ore fa l’albergo ed era tutto a posto”. Marcella allora, disperato perché nessuno pare credergli, chiama ininterrottamente “118, 112, 115… ho impazzito il mondo”. E con il buio già sceso da un po’, solo verso le 20, è scattata la macchina dei soccorsi, con diverse ore di ritardo, rispetto alle prime segnalazioni.
Anche se la notte è passata l’ansia rimane, i primi soccorritori che hanno raggiunto l’albergo travolto dalla valanga – e parzialmente crollato – hanno raccontato di essere arrivati sul posto con gli sci e le pelli di foca intorno alle quattro della scorsa notte: ”Chiamiamo ad alta voce ma nessuno risponde”, dicono tra le macerie gli uomini del soccorso alpino della guardia di Finanza che si sono aperti un varco con una turbina. In un primo momento hanno raggiunto l’albergo solo i soccorritori del vigili del fuoco portati con l’elicottero e un mezzo cingolato dei vigili che può caricare fino a 8 persone. La situazione è molto complicata perché ci sono tre metri di neve.
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Come detto ci sono anche dei bambini dispersi sotto le macerie dell’hotel Rigopiano, tra gli ospiti registrati dall’albergo insieme alla famiglia, e al momento i soccorritori li stanno cercando continuando a scavare in condizioni molto critiche. Secondo quanto riferito dal sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, i bambini presenti all’Hotel Rigopiano erano quattro.
Antonio Crocetta, uno dei capi del Soccorso alpino abruzzese ha affermato che con molta probabilità ci sono ‘tanti morti’. Due persone che si trovavano all’esterno della struttura – uno dei quali è Giampiero Parete, la stessa persona che ha chiamato l’amico via Whatsapp e anche il centro di coordinamento della prefettura chiedendo aiuto, ma che non è stata ascoltata – sono state messe in salvo. Una è in stato di ipotermia, ma non è in pericolo di vita.
Ecco come appariva il Rigopiano, l’albergo con Spa e piscina termale alle pendici del Gran Sasso:
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L’abbondante neve caduta rende difficile i soccorsi. Le ambulanze sono rimaste bloccate per diverse ore a circa 9 chilometri dall’albergo con muri di neve sulla strada alti oltre tre metri. Il viceprefetto di Pescara Carlo Toriontano, parlando a RaiNews24 ha raccontato che intorno alle 11 è arrivata sul posto “la colonna mobile con la turbina che faceva da apristrada. Stanno liberando il piazzale per iniziare scavare con i mezzi meccanici”. Il mezzo è arrivato dove si trovava il tetto. ”Sembrerebbe che la struttura sia stata spostata dall’onda d’urto”, ha aggiunto.
In questa immagine, il complesso alberghiero alle pendici del Gran Sasso, prima delle nevicate invernali:
Non si sa ancora il definitivo bilancio di morti e feriti perché tanti sono ancora dispersi. La struttura è stata presa in pieno dalla slavina, ”tanto che si è spostata di dieci metri”, ha scritto in un post sul suo profilo Facebook il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco. Ecco una comparazione di foto aeree della zona:
Intanto la situazione generale rimane difficile, il giorno dopo le nuove quattro forti scosse di terremoto superiore a magnitudo 5 che hanno rigettato nel terrore la popolazione, in Abruzzo un uomo di 83 anni è morto sotto un edificio crollato in provincia di Teramo, a Castel Castagna, mentre un altro risulta disperso per una slavina caduta a Ortolano, frazione di Campotosto, nell’Aquilano.
Proseguono intanto le scosse di terremoto nel centro Italia: la sequenza sismica continua con un numero complessivo di scosse superiore alle 47.000 dal 24 agosto 2016. Dalla mezzanotte ne sono state registrate oltre 80 di magnitudo superiore a 2 (senza contare le altre), tra cui 2 di magnitudo 3.5. Dal 18 gennaio, la sequenza sismica risulta essere molto attiva tra le province dell’Aquila (Montereale, Pizzoli, Capitignano, Campotosto, Cagnano Amiterno) e Rieti (Amatrice) e in quella zona l’Ingv ha localizzato complessivamente circa 500 eventi sismici: circa 55 i terremoti di magnitudo compresa tra 3 e 4, 7 quelli di magnitudo compresa tra 4 e 5 e 4 quelli di magnitudo maggiore o uguale a 5. In media, una scossa ogni tre minuti.
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